La pagliacciata organizzata dall’attivista filocomunista e anti-sette davanti alla Casa Blu, residenza del presidente sudcoreano, è stata surclassata dal successo della conferenza stampa indetta dai rifugiati
Massimo Introvigne
Ma non potreste, per favore, smetterla di parlare di O Myung-ok?
Forse i lettori di Bitter Winter iniziano a essere stufi di O Myung-ok. La nota fanatica coreana, che tenta di fomentare l’animosità e l’odio contro tutte le minoranze, non è certo un argomento divertente. Di più: provoca sofferenza concreta a persone indifese e vulnerabili, ed è per questo che continuiamo a denunciarne le attività nefaste.
Prendiamo, per esempio, il 22 luglio. Nonostante gli insuccessi precedenti, O ha organizzato la decima edizione delle finte “manifestazioni spontanee” ai danni dei fedeli della Chiesa di Dio Onnipotente (CDO) rifugiatisi in Corea del Sud dalla Cina, dove i loro correligionari vengono regolarmente arrestati, imprigionati e torturati. Il PCC ha diramato numerosi documenti confidenziali per incitare alla repressione dei rifugiati della CDO nel mondo e O Myung-ok può essere considerata la dirigente della sezione coreana di questa campagna del Partito.
Nonostante gli insuccessi sostanziali, il PCC e la O mettono continuamente in scena lo stesso copione. I familiari dei rifugiati, che risiedono ancora in Cina, vengono manipolati o costretti a recarsi all’estero e a formare un “gruppo di ricerca” che prende poi parte a manifestazioni per esigere che i richiedenti asilo «tornino a casa». Ovviamente, se dovessero davvero tornare in Cina, i rifugiati troverebbero casa in una “confortevole” prigione cinese.
Il “gruppo di ricerca” sta manifestando a Seoul in questi giorni (dal 22 al 24 luglio) e O ha inaugurato la tre giorni di false “manifestazioni spontanee” con una pagliacciata destinata ai media. Ma era pronta una sorpresa.
Rifugiati al contrattacco
Intorno alle 10 del mattino del 22 luglio il partito cinese “alla ricerca dei parenti” guidato da O è giunto a Fountain Square, davanti alla Casa Blu, e ha iniziato una conferenza stampa avente lo scopo di screditare i rifugiati della CDO onde ottenerne il rimpatrio.
A quanto pare, secondo lo stile consueto di O, fra i circa 25 dimostranti presenti alcuni erano manifestanti di professione. Sicari, cioè, pronti a urlare slogan colmi di odio a richiesta. Questa volta lo hanno fatto contro i «finti rifugiati».
A differenza di altri gruppi, la CDO aveva fino a oggi mantenuto la pazienza e praticato il perdono raccomandati ai cristiani, senza mai reagire. Non questa volta, però. Dato che il troppo è troppo, più di 30 veri rifugiati della CDO si sono presentati davanti alla Casa Blu e hanno inscenato una contro-protesta e una conferenza stampa alternativa che ha riscosso ben più successo dei soliti vituperi di O.
Diversamente dai teppisti pagati dalla donna, i manifestanti della CDO erano vere vittime del PCC che chiedono asilo in Corea. Alcuni sono rimasti senza un tetto dopo essere stato cacciati per anni dal PCC e alcuni sono stati torturati. «Davvero O Myung-ok può mascherare la verità della persecuzione religiosa perpetrata dal Partito, etichettando spietatamente i cristiani cinesi come finti rifugiati?», hanno chiesto i fedeli della CDO.
Xiao Rui, una dei manifestanti, è fuggita in Corea del Sud tre anni fa. Prima della fuga era stata arrestata, torturata brutalmente e condannata a tre anni e sei mesi di prigione, solo perché credente in Dio Onnipotente.
«Sono nata e cresciuta in Cina, senza sapere cosa fossero i diritti umani, o la libertà religiosa», ha raccontato. «Ho visto tutti i cristiani vivere con la paura e lo stress legati al pericolo di essere arrestati».
Di fronte alle false accuse e alle calunnie del PCC, Xiao Rui ha aggiunto: «Ho sempre atteso con impazienza il giorno in cui riunirmi ai miei genitori, ormai anziani, e adempiere ai miei doveri di pietà filiale, ma non oso andare a casa. Questo perché alcuni fratelli e alcune sorelle della CDO che sono rientrati in Cina per incontrare i genitori sono state arrestati e imprigionati, e a tutt’oggi nessuno sa dove si trovino».
La manipolazione delle famiglie
Forse l’aspetto più ripugnante della pagliacciata di O e del PCC è lo sfruttamento dei sentimenti familiari, il terrorizzare o manipolare i genitori e gli altri parenti, che già soffrono per la persecuzione inflitta ai propri cari, affinché si prestino al piano per riportare i fuoriusciti in Cina, in galera. Sulla scena c’era un cartellone ben visibile, che recitava: «Cari mamma e papà, sapete che il PCC vi sta usando? Ho il cuore spezzato. Vi unite al PCC per le sue finte manifestazioni sapendo che io sono in pericolo a causa della sua persecuzione».
Jia Zhigang, un fedele dalla CDO, ha detto a Bitter Winter che nel gruppo dei falsi manifestanti c’erano suo suocero e il fratello minore di sua moglie. Ci ha raccontato che prima del 21 luglio aveva già saputo che i suoi parenti stavano per raggiungere la Corea del Sud. Il 21 lui e la moglie si sono recati a prenderli all’aeroporto internazionale Incheon, sperando in un tranquillo ritrovo familiare. Con loro grande shock e grande tristezza, però, i familiari, che pure erano giunti in Corea per “cercare i parenti”, si sono rifiutati di incontrarli. Al contrario, hanno seguito le direttive di O e hanno preso parte alla falsa manifestazione, fingendo di “cercare dei parenti” che in realtà avevano già trovato. Jia ha affermato di non avere idea di che cosa la sua famiglia abbia effettivamente vissuto.
Le relazioni pericolose: O e il PCC
I rifugiati della CDO hanno rammentato ai media che «le cattive azioni del PCC si accumulano: smantella croci, demolisce chiese e imprigiona milioni di musulmani nei campi per la trasformazione attraverso l’educazione in Cina oramai scoperti e denunciati dalla comunità internazionale. Perché O ignora questo fatto lampante? È una cittadina coreana, perché deve votarsi alla propaganda del PCC e lavorare con tanto impegno per il Partito?».
Durante la protesta, i fedeli della CDO hanno issato cartelli pieni di dubbi: «O Myung-ok è fortemente determinata nell’urlare a favore dell’estradizione dei cristiani cinesi: quanto denaro le ha girato il PCC?». «Guardate la vera faccia di O Myung-ok: è lo zerbino del PCC! Forse che sia un membro segreto del Partito?».
L’apparizione dei fedeli della CDO ha colto O di sorpresa, che davanti alla verità si è irritata. Durante la protesta, ha indicato lo smartphone a quelli che innalzavano i cartelli per protestare in silenzio e ha tentato due volte di lanciarsi verso di loro. Nonostante l’intervento delle guardie di sicurezza presenti sul posto, ha continuato a filmare i cristiani che protestavano, accusandoli di essere falsi rifugiati. Ha tentato anche di interromperne la conferenza stampa e ha insultato alcuni reporter, accusandoli perché non stavano dalla sua parte.
La finta manifestazione capeggiata da O, in programma dalle 10 del mattino fino a mezzogiorno, è durata alla fine meno di un’ora, risolvendosi come al solito in un insuccesso. Se non fosse esagerato scomodare William Shakespeare (1564-1616) per le squallide attività di O, prenderemmo in prestito una citazione dall’Amleto, concludendo che «si è tirata la zappa sui piedi».
(foto: per gentile concessione della Chiesa di Dio Onnipotente)