Il 25 luglio 2014 più di 10mila agenti presero parte alla demolizione della croce dalla chiesa di Wenling, nella provincia dello Zhejiang.
Sulla chiesa di Chengguan, a Wenling, nella città di Taizhou, nella provincia dello Zhejiang, campeggia una caratteristica torre dell’orologio che un tempo era sovrastata da una croce di colore rosso chiaro. Oggi la croce è sparita, ma la torre resta a ricordare gli eventi di quattro anni fa, quando il simbolo cristiano fu rimosso con la forza il 25 luglio 2014. Quel giorno più di 10mila agenti fra squadre SWAT, polizia armata, vigili e funzionari pubblici locali parteciparono alla distruzione. Oltre mille cristiani presidiarono il luogo per tre giorni e per tre notti nel tentativo di proteggere la croce. E circa 200 fedeli della comunità sono stati arrestati.
La croce del dolore estremo
Secondo alcuni media, l’8 gennaio 2014 il segretario del comitato provinciale del PCC, Xia Baolong, recandosi a Zhoushan per un’ispezione, passò accanto a una chiesa cristiana nella città di Baiquan, e disse che la croce che la sormontava era troppo pomposa. Per questo ne chiese la rimozione il prima possibile. E domandò: «Domina la croce o il Partito Comunista?». Un pastore ha riferito che quelle parole di Xia Baolong rappresentavano pienamente l’atteggiamento delle autorità comuniste cinesi.
Intanto, mentre l’amministrazione dello Zhejiang al completo era impegnata nell’opera di smantellamento delle croci e di demolizione delle chiese, le autorità hanno inventato lo slogan «Tre rettifiche e una demolizione» (la rettifica delle vecchie aree residenziali, delle vecchie fabbriche e dei restanti villaggi rurali entro i confini delle città, nonché la demolizione degli edifici illegali).
Il 27 febbraio fu rimossa la croce che si erigeva sopra l’ingresso della chiesa cristiana di Huanghu, nel distretto di Hangzhou, nello Zhejiang. Poco a poco la demolizione di croci e di chiese in quella provincia suscitò attenzione sia in Cina sia all’estero. La campagna di rimozione delle croci venne comunque intensificata e all’inizio di luglio raggiunse anche la chiesa cristiana di Wenling a Taizhou.
Il vicesindaco di Wenling: «Se la croce non viene rimossa, mi dimetto»
La chiesa di Wenling, fondata nel 1873, appartiene alla Chiesa protestante delle Tre Autonomie, controllata dal governo. Situata inizialmente presso la porta settentrionale di Wenling, il 13 maggio 2010 fu costruito un nuovo edificio capace di accogliere circa 10mila persone. Sopra di essa torreggiava un’enorme croce lunga 68 metri.
Un giorno, all’inizio del giugno 2014, il vicesindaco esecutivo di Wenling, Zhang Yongbin, si recò con i membri del proprio staff alla chiesa per notificare ai fedeli la rimozione della croce, minacciando: «Se la croce non viene rimossa, mi dimetto». Furono subito installate telecamere di sorveglianza sull’edificio B di Jiuding, sul lato nord della chiesa, e sull’edificio dei giardini di Jintai, sul lato sud-est. Poi il personale del sottodistretto Taiping di Wenling iniziò a registrare i nomi dei fedeli e le loro professioni. Indagarono sui leader e sui membri dei 27 piccoli gruppi di preghiera della chiesa e condussero un lavoro ideologico di porta in porta, dicendo a tutti di non opporsi alla rimozione della croce perché altrimenti ciò avrebbe influito negativamente sul lavoro e sulle prospettive dei fedeli e dello loro famiglie.
Zheng Xin (pseudonimo) è un membro influente della comunità. Stava pregando con altri fedeli quando arrivarono i funzionari pubblici. Nonostante fosse fisicamente debole, si ostinò a recarsi in chiesa ogni giorno per pregare. Quando gli operai le chiesero perché volesse andare in quella chiesa, la donna rispose che credere in Gesù è cosa buona e domandò a propria volta perché l’amministrazione volesse rimuovere la croce. Arrampicandosi sugli specchi, i funzionari risposero: «E se venisse un tifone e abbattesse la croce danneggiando le persone?». Zheng Xin replicò: «La croce è fissata saldamente, e può resistere al vento e alla neve». Non avendo ottenuto risposta al loro interrogativo, i funzionari la minacciarono, avvertendola che se avesse ostacolato la rimozione della croce, questo avrebbe causato guai ai suoi amici più cari e ai suoi familiari. E sottolinearono: «La croce sarà abbattuta, qualunque cosa succeda!». Anche il marito di Zheng Xin fu minacciato e ammonito a non recarsi più in chiesa una volta che la croce fosse stata rimossa.
Gli SWAT di guardia e i cellulari disturbati
Il 22 e il 23 luglio l’amministrazione di Wenling radunò sul posto un gran numero di agenti di pubblica sicurezza, poliziotti popolari armati e squadre SWAT insieme a funzionari e personale municipali e dei sottodistretti locali. In tutto più di 10mila persone. Vennero istituiti posti di blocco agli incroci intorno alla chiesa e tutto fu pronto per la rimozione della croce.
Ma le condizioni atmosferiche la impedivano e così, la sera del 24 luglio, i fedeli della comunità eressero con le panche una barricata all’ingresso della chiesa per fermare l’intera operazione e impedire ai funzionari pubblici di entrare nell’edificio sacro.
Circa mille persone entrarono però con la forza: personale delle amministrazioni provinciali e cittadine addetto all’applicazione delle leggi assieme ad agenti armati della polizia popolare e a unità cinofile della SWAT. I fedeli che pregavano furono dispersi e ogni stanza venne ispezionata. Aprirono tutte le porte e accatastarono nell’edificio principale tutto quanto avevano trovato nella biblioteca, comprese le telecamere per la sorveglianza antincendio.
Il 25 luglio, di prima mattina, fu fatta venire da Shangai una gru da 500 tonnellate che fu parcheggiata vicino al centro esposizioni di Wenling. All’arrivo di altre gru dotate di bracci lungi e di camion da trasporto attrezzati per il sollevamento di materiali pesanti la squadra fu pronta. Agendo con brutalità, la polizia istituì posti di blocco agli incroci di via Xinghua e di via Daheshan, accanto all’ingresso della chiesa, schierando una linea di agenti sul lato orientale dell’edificio, lungo una piccola via residenziale e in altri dintorni. Numerosi agenti della SWAT vennero schierati dai giardini di Jintai, in via Daheshan, fino al centro per le attività culturali e sportive Tianyangcun impedendo ai veicoli di portare in chiesa i fedeli decisi a resistere. Nei pressi della chiesa le linee dei telefoni cellulari vennero bloccate in modo che nessuno potesse comunicare con nessuno esterno alla zona.
I fedeli arrestati
Alla 5,15 della mattina del 25 luglio è stata sospesa anche l’erogazione dell’energia elettrica alla chiesa ed è stato fermato l’orologio della sua torre. I fedeli sono usciti dall’edificio e hanno continuato a pregare e a cantare inni in via Xinghua e in via Daneshan. Poi, sempre in mattinata, l’amministrazione comunista ne ha ordinato l’arresto eseguito immediatamente da agenti in borghese mescolati tra la folla. Alcuni fedeli sono stati caricati sui veicoli a motore, altri sono stati gettati a terra. Sono stati fermati tutti i possessori di telefoni cellulari che scattavano fotografie e costretti a cancellare le registrazioni.
Secondo le statistiche furono arrestati circa duecento persone poi chiuse nelle classi degli istituti professionali di Wenling. Alle 5 del pomeriggio, dopo che la croce era stata rimossa, solo una parte di loro è stata rilasciata.
Lo smantellamento della croce è iniziato il mattino presto del 25 luglio e, verso le 15,30, la croce non svettava più. Alle 11,30 venne rimossa anche la croce che si affacciava sopra un ingresso del lato orientale dell’edificio. Più di mille fedeli hanno vegliato vicino alla chiesa per tre giorni e per tre notti finché l’amministrazione non li ha obbligati a rimuovere sia della croce grande sia quella piccola. Si dice l’operazione sia costata alle casse pubbliche 4-5 milioni di renminbi.
Le testimonianze della comunità
Un fedele, soprannominato Zhang, ha detto: «non sono stato d’accordo con la rimozione delle croci sin dall’inizio. Ogni fedele della nostra chiesa si è opposto!».
Un collaboratore, soprannominato Lin, ha detto: «In molti luoghi del Paese le croci vengono rimosse allo stesso modo. Sulle chiese vengono issate bandiere nazionali o addirittura ritratti del presidente Xi o del presidente Mao. Il Partito Comunista non conosce legge: sono cose malvagie».
Un collaboratore della chiesa, soprannominato Zheng: «In passato, pensavo che le autorità del PCC perseguitassero solo le Chiese domestiche, ma negli ultimi anni, quando hanno cominciato a rimuovere le croci e a distruggere le chiese, le autorità perseguitano addirittura gli edifici che appartengono alla Chiesa delle Tre Autonomie controllate dallo Stato! Ci sono agenti in borghese che monitorano i sermoni. Si possono insegnare solo contenuti permessi dallo Stato. Che razza di libertà religiosa è questa? Che grande menzogna!».
La persecuzione comunista dei cristiani aumenta
Tra l’ascesa al potere del PCC, nel 1949, e il 1976 un numero enorme di cristiani è stato arrestato incarcerato e torturato. Ne sono anche stati uccisi molti. I vari metodi attuati dal Partito per riformarlo e per reprimerlo hanno quasi cancellato il cristianesimo dalla Cina. Tuttavia, alla fine degli anni 1970 il numero dei cristiani ha cominciato a crescere, pur con la repressione. A spaventare particolarmente il PCC è stato il proliferare di chiese e di croci nel Fujian, nello Zhejiang e in altre province.
Una volta divenuto leader Xi Jinping, il PCC ha avviato una nuova repressione del cristianesimo su vasta scala. In una teleconferenza organizzata per promuovere la campagna «Tre rettifiche e una demolizione», avvenuta nello Zhejiang il 28 marzo 2014, il governo dichiarò apertamente che lo scopo della rimozione delle croci era «assumere il controllo della leadership ideologica».
Il comitato del Partito per la provincia dello Zhejiang ha pianificato e messo in atto misure repressive gravi anche contro la Chiesa delle Tre Autonomie e contro le Chiese domestiche, ottenendo la demolizione delle chiese la cui crostruzione è stata giudicata illegale e la rimozione delle croci in tutta la provincia. Verso la fine del 2015, nello Zhejiang erano state rimosse le croci di più di 1.700 chiese. Negli ultimi anni la tendenza di demolire croci e chiese in tutto il Paese è aumentata. Sono stati chiusi molti edifici di culto e luoghi di assemblea, e il numero dei cristiani arrestati continua a salire.
Con l’entrata in vigore, nel febbraio 2018, delle nuove Norme sugli Affari Religiosi il controllo del governo sulla religione si è intensificato. Alla fine di marzo è stata proibita la vendita di Bibbie su Internet.
Servizio di Lin Yijiang