Minacciando le persone e violandone i diritti umani, il PCC acquisisce dati biometrici usando come pretesto esami medici obbligatori o altre motivazioni
di Jiang Tao
Raccolta di dati biometrici nei luoghi di lavoro
Alcune persone che risiedono nella provincia centrale dell’Henan hanno riferito a Bitter Winter che in maggio i loro datori di lavoro – sia nelle scuole sia nelle aziende – hanno suddiviso i lavoratori in gruppi di una decina di persone e hanno detto loro di recarsi alle stazioni di polizia loro assegnate per un prelievo di sangue, campioni della voce, impronte delle dita e del palmo della mano, peso, altezza e foto segnaletiche. La polizia ha anche controllato i loro cellulari. La procedura ha richiesto da 15 a 20 minuti per ogni persona.
Un dipendente di un’azienda ha dichiarato: «I funzionari hanno spiegato che questi identificatori biometrici verranno archiviati. La raccolta dei dati è iniziata nei luoghi di lavoro, ma in seguito verrà estesa a tutti i residenti».
Un altro dipendente ha detto a Bitter Winter: «Mi sento come se non avessi alcuna privacy, i sistemi di riconoscimento facciale mi identificano in strada e le mie telefonate sono monitorate come se fossi un prigioniero. Vengo sorvegliato tramite sistemi high tech ovunque io vada».
Analoghe unità per la raccolta dei dati biometrici sono state collocate anche nelle zone rurali della città di Xinmi. Nella vicina città di Dengfeng, i funzionari dei comitati di villaggio hanno detto ai residenti che tutto ciò è necessario ai fini dell’esame medico obbligatorio e hanno accompagnato alcuni abitanti nelle stazioni di polizia. Secondo un membro dell’amministrazione locale alle stazioni di polizia di alcune località sono state assegnate quote di persone da cui prelevare i dati biometrici.
Fotografie per il database del sistema di riconoscimento facciale
In maggio, a Tonghua, una prefettura nella provincia nord-orientale dello Jilin, agenti di polizia sono andati di porta in porta a fotografare i residenti con il cellulare, poi le fotografie sono state inserite nel database del sistema di riconoscimento facciale. I poliziotti hanno anche registrato le generalità delle persone e altre informazioni sulle loro proprietà.
Nel frattempo, l’Ufficio per la sicurezza pubblica della contea di Huinan nella prefettura di Tonghua ha inviato quasi 150 assistenti di polizia a fotografare i residenti dei villaggi nella propria giurisdizione. Agli abitanti dei villaggi nella contea di Liuhe nella prefettura di Tonghua è stato chiesto di consegnare i documenti d’identità e i cellulari ai membri del comitato del villaggio, le generalità sono state registrate e le loro fotografie trasmesse al sistema per il riconoscimento facciale.
Campionamenti obbligatori del DNA
In aprile gli abitanti delle municipalità di Zigong, Yibin, Bazhong e Nanchong nella provincia sud-occidentale del Sichuan, hanno dovuto sottoporsi a prelievi di sangue. I funzionari hanno detto loro che ciò era necessario per le carte d’identità di terza generazione mentre in realtà i campioni venivano prelevati nell’ambito di test organizzati dal governo. Ad alcuni è stato chiesto di fornire anche un campione di saliva. Alcune persone hanno inutilmente chiesto di avere copia dei propri referti. I poliziotti hanno anche minacciato di far revocare l’assicurazione sanitaria a coloro che non volevano sottoporsi al prelievo di sangue.
I residenti in alcuni comuni delle province settentrionali del Liaoning e dell’Hebei hanno riferito a Bitter Winter che i prelievi di sangue erano obbligatori e che chi si trovava fuori città per motivi di lavoro era tenuto a rientrare. Talvolta i poliziotti fermavano gli abitanti dei villaggi lungo la strada per prelevare i loro campioni di sangue.
Un abitante di un villaggio nell’Hebei ha riferito a Bitter Winter: «La polizia ci ha minacciati. Se ci rifiutiamo di fornire i nostri campioni di sangue, non gestiranno la registrazione delle famiglie, le domande per il rinnovo dei documenti d’identità o le valutazioni politiche dei nuclei familiari per il futuro reclutamento dei nostri giovani nell’esercito».
I residenti nelle province di tutto il Paese, in particolare gli uomini, sono costretti a fornire il loro DNA a un database nazionale, e ciò solleva preoccupazioni sui diritti umani e sulla privacy. Negli Stati Uniti d’America, le forze dell’ordine sono autorizzate a prelevare campioni di DNA solo da criminali arrestati per aver commesso dei reati, a meno che la polizia non abbia preventivamente ottenuto un’autorizzazione da un tribunale o il consenso dell’interessato. La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo nel dicembre 2008 si è pronunciata contro il Regno Unito imponendo la distruzione dei dati sul DNA di centinaia di migliaia di persone senza precedenti penali. La Corte ha affermato che tale raccolta di dati violava l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che tutela il diritto al rispetto della vita privata e familiare.