Nello Xinjiang un complesso di 16 edifici, adibito alla manifattura di prodotti artigianali etnici, è stato convertito in un campo di rieducazione
Il 23 agosto alla fabbrica nella città di Yining, nella regjone dello Xinjiang, sono arrivati dei . Un tempo il più grande centro manifatturiero della città, il complesso di 16 edifici adesso è un campo di rieducazione. I bus erano pieni di Uiguri e il giorno successivo altre 800 donne uigure, sotto i 45 anni di età, sono arrivate al campo.
Il complesso è un’area vasta 20mila metri quadri ed era un luogo noto ai turisti per i prodotti artigianali. Il Partito Comunista Cinese, tuttavia, ha scelto di trascurare il potenziale guadagno pur di raggiungere l’obiettivo politico di «rendere lo Xinjiang stabile, ma non necessariamente sviluppato» e lo ha convertito in un campo di detenzione.
nel centro sono state installate numerose videocamere di sorveglianza: sette all’ingresso, dieci sulle mura esterne, tre in ciascuna delle sale da 150 metri quadri l’una, due in ogni sala da 80 metri quadri, una in ogni sala da 20 metri quadri. Ne sono state installate anche in ogni singolo corridoio e lavatoio. Tutte le videocamere sono ad alta definizione e alcune, specialmente quelle sulle mura esterne e all’ingresso, possono ruotare di 360 gradi.
Altre videocamere sono state installate, una ogni 10 metri, agli angoli del complesso. Le mura perimetrali, non solo sono protette da filo spinato alto un metro, ma rivestite di spesse lastre di ferro. Le finestre, all’interno dell’edificio, sono tutte sigillate con sbarre di acciaio.
Servizio di Li Zaili
Video: Videocamere di sorveglianza sono state installate in ogni stanza e corridoio