Per costringere i fedeli ad aderire alla Chiesa delle Tre Autonomie il PCC usa metodi che vanno dalle minacce dirette fino al ricatto ai locatori
di Yang Guang’an
Multe per spaventare i proprietari di immobili
Ovunque nel Paese il regime preme su chi affitta gli immobili alle chiese affinché rescinda i contratti di locazione e lasci le comunità senza un luogo per riunirsi e le costringa così ad aderire alla Chiesa delle Tre Autonomie controllata dallo Stato. Per spaventare ulteriormente i proprietari vengono inflitte multe salate ‒ fino a 200mila renminbi (circa 29mila dollari statunitensi) ‒ a quelli che osano disobbedire al regime.
Negli ultimi anni la Dao’en Presbiterian Church, fondata nel 1992 a Xuzhou, una città nella provincia orientale del Jiangsu, è stata sottoposta a una costante repressione per aver rifiutato il controllo dello Stato.
Il 9 giugno la polizia ha fatto irruzione in uno dei suoi luoghi di culto – la chiesa di Zhongxin – e ha registrato le generalità di tutti i fedeli. Il diacono è stato portato via per essere interrogato. Messo sotto pressione dall’Ufficio distrettuale per gli affari etnici e religiosi, il proprietario dell’immobile ha inviato alla chiesa la disdetta del contratto di locazione chiedendo che entro tre giorni i locali fossero liberati.
Il giorno stesso, alcuni funzionari del locale Ufficio per gli affari civili accompagnati dalla polizia si sono recati alla South Church, un’altra sede della Dao’en Presbiterian Church. Due giorni dopo l’Ufficio ha notificato alla chiesa l’ordine di chiusura e il 26 giugno ha inflitto al proprietario dell’immobile una multa di 100mila renminbi (circa 14mila dollari).
I fedeli che frequentavano altre tre sedi della stessa chiesa presbiteriana hanno subito la stessa sorte perché i proprietari degli immobili sono stati costretti a recedere dai contratti di affitto. Una fonte interna ha rivelato a Bitter Winter che «l’amministrazione proibisce ai proprietari di affittare immobili ai fedeli. Se disobbediscono, le loro proprietà possono essere confiscate e subire pesanti multe».
Soppresse in quanto «forze del male»
Per poterle chiuderle nell’ambito della campagna nazionale per «fare piazza pulita delle bande criminali ed eliminare il male» il regime spesso designa le Chiese domestiche come «forze del male». All’inizio di novembre dello scorso anno, l’amministrazione di Zhenqiao, un borgo nell’area metropolitana di Leping nella provincia sudorientale dello Jiangxi, ha convocato una riunione d’emergenza per discutere della campagna. Nell’occasione è stato chiesto che tutte le chiese senza licenza presenti nella giurisdizione della città fossero bollate come «forze del male» e chiuse.
Nei due giorni seguenti, cinque sale per riunioni della vecchia Local Church sono state chiuse e tutti i mobili, le croci e gli altri simboli religiosi sono stati rimossi.
Un funzionario dell’amministrazione locale ha spiegato a Bitter Winter: «Se il gruppo centrale per la supervisione religiosa che verrà a fare un’ispezione troverà delle Chiese domestiche ancora aperte i funzionari dell’amministrazione locale potrebbero essere licenziati». Il PCC considera i funzionari personalmente responsabili della chiusura delle sedi religiose non autorizzate e questo, specialmente nelle aree rurali, è diventato uno degli strumenti della repressione religiosa.
Il responsabile di una Chiesa domestica ha detto a Bitter Winter: «Secondo il PCC in Cina la religione è libera, ma è un inganno perché il regime intende eliminare le credenze religiose. L’amministrazione locale non ha mai preso in considerazione le mie ripetute domande di autorizzazione a svolgere attività religiosa, anzi utilizzano queste istanze per chiudere le chiese».
Comunità intimorite per costringerle all’abiura
Il 23 novembre l’amministrazione locale ha inviato due amministratori di rete a controllare la chiesa di Qianxiang, situata nel distretto Wenjiang di Chengdu, la capitale della provincia sud-occidentale del Sichuan. Mentre i due allontanavano i fedeli che cercavano di entrare in chiesa alcuni poliziotti e altro personale dell’ufficio del sub-distretto tenevano sotto controllo la situazione stando dall’altra parte della strada.
Dal 26 ottobre questa era la quinta volta che funzionari e agenti di polizia impedivano ai fedeli di entrare in chiesa a pregare. Le autorità usano questa tecnica intimidatoria per costringerli a unirsi alla Chiesa delle Tre Autonomie. Un anziano fedele ha detto a Bitter Winter che per tutto questo tempo è sempre venuto in chiesa sperando di riuscire a entrare e addolorato ha aggiunto: «Ancora una volta ci viene impedito di entrare in chiesa».
A Kunming, una città nella provincia sud-occidentale dello Yunnan, una Chiesa domestica fondata oltre un decennio fa e con oltre 100 fedeli, è stata appena chiusa per essersi rifiutata di aderire alla Chiesa delle Tre Autonomie. Ufficialmente i funzionari hanno affermato che «il locale della chiesa si trovava su un piano troppo elevato» e che ciò a loro avviso la rendeva «pericolosa».
Un fedele ha rivelato a Bitter Winter che funzionari del locale Ufficio per gli affari religiosi e il comitato della comunità avevano ripetutamente convocato il pastore della chiesa «per parlare». Tenuto costantemente sotto pressione l’uomo ha iniziato a temere per la propria vita tanto che ha scritto una lettera d’addio alla sua famiglia nel caso in cui fosse stato arrestato e non avesse più fatto ritorno.