A partire da aprile, le autorità cinesi hanno lanciato l’“Operazione Tuono”, una campagna nazionale contro la Chiesa di Dio Onnipotente. Nella sola provincia di Jiangsu, a tutt’oggi sono stati arrestati almeno 350 fedeli..
Come riferito in precedenza da Bitter Winter, le operazioni su vasta scala contro la Chiesa di Dio Onnipotente, un nuovo movimento religioso cristiano cinese, sono state implementate in altre province, come quelle di Henan, Shandong e Liaoning, e hanno condotto all’arresto di quasi mille fedeli.
Le fonti riportano che solo il 25 giugno sono stati arrestati 64 fedeli nella città di Suzhou, nella provincia di Jiangsu, mentre più di 30 sono stati catturati nella città di Changzhou, il tutto nel giro di 15 giorni. Secondo informazioni confidenziali da noi raccolte, alcuni polizotti borghese avevano segretamente installato dei geolocalizzatori sulle biciclette elettriche di più di cento fedeli. L’ Ufficio della sicurezza pubblica di Xuzhou ha poi emesso un’ordinanza mirante a mobilitare tutta la forza di polizia della città affinché pattugliasse ogni incrocio e arrestasse i fedeli, richiedendo a ciascun agente di arrestare almeno due credenti.
Gli arresti avvengono solitamente di notte: gli agenti rimangono appostati nei luoghi stabiliti dalle 8 alle 10 di sera dopo di che vengono mandati a perquisire le abitazioni dei fedeli. I dirigenti della Chiesa possono subire condanne a sette anni di reclusione, mentre i membri semplici pene comprese tra uno a tre anni di prigione.
Stando a un calcolo preliminare effettuato dalla Chiesa di Dio Onnipotente, al 31 luglio nella regione centro-meridionale dello Jiangsu sono stati arrestati più di 350 fedeli e più di 4mila non hanno più luoghi dove radunarsi; 169 sono stati monitorati e sottoposti a sorveglianza; 103 costretti a fuggire dalle proprie case; e 63 hanno subito perquisizioni e sequestri di abitazioni e di altre proprietà personali per un valore complessivo di 474.320 renminbi (circa 69mila dollari). Le donazioni alla Chiesa sequestrate ammontano a 1.299.722 renminbi.
Di seguito sono riportate alcune testimonianze su gli arresti dei fedeli della Chiesa di Dio Onnipotente nella provincia di Jiangsu. Per preservare l’anonimato delle persone vengono utilizzati pseudonimi.
Il 30 aprile più di una decina di poliziotti in borghese della città di Bali, nella provincia di Yangzhou, hanno fatto irruzione nella casa di Chen Cheng e l’hanno arrestata insieme alle correligionarie Jin Shengqin e Qiu Jingye. La polizia ha sequestrato i beni della Chiesa rinvenuti nella sua casa per un valore complessivo di 60mila renminbi e altri 40mila renminbi di beni personali. Lo stesso giorno Chen Cheng è stata condotta alla locale stazione di polizia per essere rilasciata solo il 15 maggio. Qiu Jingye e Jin Shengqin sono state portate in città, dove, al Chunxiao Hotel, sono state interrogate segretamente. A tutt’oggi resta sconosciuto il luogo in cui si trovano: i loro parenti temono che siano morte.
L’11 maggio Liu Yuanfeng e sua moglie, una coppia di Nanjing, sono stati arrestati e ancora sono detenuti. La polizia ha sequestrato oggetti appartenenti alla Chiesa che Liu conservava in casa propria per un valore di oltre un milione di renminbi.
Il 12 maggio la polizia ha catturato Wang Tao e sua moglie dal distretto di Jiangning della città di Nanjing, sequestrando beni appartenenti alla Chiesa per un valore di 213mila renminbi.
Il 13 maggio la polizia ha arrestato Li Hui, capo di una Chiesa domestica nella città di Taixing, e il un correligionario che l’uomo stava andando a trovare. Gli agenti hanno poi fatto irruzione in casa su, confiscando più di 3mila renminbi di denaro appartenenti alla Chiesa, assieme a oggetti di proprietà di Li per un valore di oltre 22mila renminbi.
Il 25 giugno An Xin e suo marito sono stati arrestati nella città portuale di Zhangjiagang; la polizia ha confiscato loro 400mila renminbi tra denaro contanti e depositi in conti bancari. Secondo i parenti della coppia, la polizia aveva monitorato la casa della donna per due mesi prima di arrestarla.
Il 26 giugno, tre stazioni di polizia nella città di Changzhou hanno inviato circa 40 agenti per arrestare He Mei. Gli ufficiali hanno confiscato libri religiosi di sua proprietà e l’hanno incarcerata in una caserma locale, impedendo al marito di farle visita; a tutt’oggi non si sa ancora dove si trovi.
Secondo fonti bene informate, prima di lanciare l’“Operazione Tuono” le autorità cinesi avevano acquisito informazioni sugli obiettivi da colpire avvalendosi di una fitta rete di telecamere di sorveglianza. Il governo centrale aveva precedentemente richiesto a ogni comune di istituire un sistema di sorveglianza, imperniato su una rete condivisa, di modo da poter raccogliere informazioni personali su ogni persona che transitasse o risiedesse a lungo termine in qualsiasi città e comunità, ivi compresi i dettagli sui luoghi di lavoro e di culto. Tutti i dati raccolti sono quindi stati immediatamente trasferiti a un ufficio amministrativo locale che si occupa specificatamente di affari religiosi.
Servizio di Jiang Tao