Un nuovo rapporto della Victims of Communism Memorial Foundation denuncia il controllo esercitato dalla Cina sull’Organizzazione Mondiale della Sanità e come nell’attuale stato di crisi questo abbia danneggiato tutti
di Marco Respinti
Il PCC governa attraverso le menzogne, e le menzogne sulle origini e sulla diffusione del coronavirus sono i mezzi che il PCC usa per trarre vantaggio propagandistico dalla pandemia odierna. Molti media stanno suonando l’allarme contro questa fabbricazione senza precedenti di fake news, non ultimo Bitter Winter.
Un nuovo rapporto sulla situazione attuale, realizzato dal China Studies Program della Victims of Communism Memorial Foundation (VCMF), collega ora assieme tutti i puntini. La VCMF, che ha sede a Washington, è una fondazione pubblica che si occupa di informazione, ricerca e diritti umani, autorizzata da una decisione del Congresso federale statunitense votata all’unanimità e firmata dal presidente William J. Clinton il 17 dicembre 1993 come Public Law 103-199. Commemora gli oltre 100 milioni di vittime del comunismo in tutto il mondo. Questo suo ultimo documento, The Coronavirus Cover-Up: A Timeline, raccoglie meticolosamente e presenta in parallelo le notizie ufficiali diffuse dal PCC da dicembre, le affermazioni ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e ciò che è realmente accaduto dal novembre 2019, allorché i primi casi di CoViD-19 vennero segnalati dai medici cinesi prontamente messi a tacere dalle autorità.
Nessuna delle informazioni contenute nel rapporto della VCMF è nuova o proviene da fonti riservate. Piuttosto che una debolezza, questo è un suo punto di forza. La verità è infatti evidente e chiunque può controllare le fonti citate nelle 122 note. Con forza il rapporto sostiene dunque che «[…] la negazione delle informazioni, le vere e proprie truffe e la mancanza di rispetto per la vita umana ‒ sia all’interno sia all’esterno della Cina ‒ sono così scioccanti e pervasive da far concludere che la contrazione del virus da parte di milioni di persone in tutto il mondo e il conseguente prezzo in vite umane pagato non era solamente prevedibile, ma era pure del tutto evitabile». Il mondo è stato ingannato e in modo del tutto trasparente.
Ma il PCC ha un complice di bugie. Il rapporto della VCMF è infatti ben più che una sintesi della campagna di disinformazione attuata dal PCC. «Dimostra anche come l’OMS abbia promosso e aiutato a legittimare le false affermazioni della Cina».
Mentre il PCC silenziava chi cercava di avvertire il mondo, l’OMS non poneva le domande giuste, prendendo semplicemente per buona la versione ufficiale di un governo noto per il disprezzo sistematico della vita umana fino a quando non è stato semplicemente troppo tardi. In questo modo un’agenzia delle Nazioni Unite che esiste per rispondere alle epidemie e alle pandemie onde garantire alle persone uno dei diritti umani fondamentali, ovvero la cura in caso di bisogno sanitario, è diventata complice di un regime che è il responsabile maggiore della carneficina attuale.
Tre sono le conclusioni della VCMF. Primo, alla Cina «bisogna chiedere conto, avanzando richieste di risarcimento dei danni e comminando altre sanzioni per la violazione dei diritti umani», cosa che molti nel mondo stanno ora prendendo in considerazione. In secondo luogo, la Cina non può più essere membro «a pieno titolo dell’OMS». E in terzo luogo la stessa OMS deve «essere sottoposta a indagini e a riforme immediate».