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Coronavirus: lo Stato del Missouri fa causa alla Cina, e pure al PCC

24/04/2020Massimo Introvigne |

Co-imputati nella causa sono il Partito Comunista Cinese (come suggerito da Bitter Winter), l’Istituto di virologia di Wuhan e l’Accademia cinese delle scienze

di Massimo Introvigne

Il tribunale della Corte distrettuale
Il tribunale della Corte distrettuale degli Stati Uniti d’America per il distretto orientale del Missouri, sezione sudorientale, a Cape Girardeau, nel Missouri (Jonathunder – GNU)

Il 21 aprile lo Stato del Missouri ha depositato una causa che vede la Corte distrettuale degli Stati Uniti d’America per il distretto orientale del Missouri, sezione sudorientale, contro la Repubblica Popolare Cinese (RPC), il PCC, la Commissione Nazionale di Sanità della RPC, il ministero per la Gestione delle emergenze della RPC, il ministero per gli Affari civili della RPC, il Governo del popolo della provincia dell’Hubei, il Governo del popolo della città di Wuhan, l’Istituto di virologia di Wuhan e l’Accademia cinese delle scienze.

La denuncia asserisce che «una sconvolgente campagna di falsità, occultamento, negligenza e inerzia da parte del regime cinese ha scatenato la pandemia. Durante le settimane critiche dell’esplosione iniziale del morbo, il regime cinese ha ingannato la gente, ha occultato informazioni cruciali, ha arrestato chi forniva notizie dall’interno, ha negato la trasmissione da uomo a uomo a dispetto delle prove sempre più numerose, ha distrutto ricerche mediche fondamentali, ha permesso che milioni di persone fossero esposte al virus ed è arrivato persino ad accaparrarsi i dispositivi di protezione individuale, provocando così una pandemia globale inutile ed evitabile». Pertanto, gli imputati debbono essere ritenuti «responsabili per il numero enorme di morti, per la sofferenza, per le perdite economiche inflitte a tutto il mondo, abitanti del Missouri compresi, e debbono renderne conto». La causa richiede alla Corte di determinare la portata dei danni, ma dichiara che «i cittadini del Missouri hanno subito perdite finanziarie per miliardi e verosimilmente decine di miliardi di dollari statunitensi, oltre a considerevoli danni non economici».

Ciò che pare più interessante nella causa intentata nel Missouri, che a tutt’oggi si configura come il più serio tentativo di ottenere dalla Cina un risarcimento dei danni, è che essa chiama come imputati non soltanto uno Stato sovrano, la RPC, e alcuni suoi ministeri ed emanazioni locali, ma anche il PCC, l’Istituto di virologia di Wuhan e l’Accademia cinese delle scienze.

La RPC e le sue emanazioni nazionali e locali in linea di principio sono protette dalla clausola d’immunità riservata agli Stati sovrani, ma, come ha evidenziato Bitter Winter nel suo servizio precedente su tale problema legale, negli Stati Uniti questa clausola non è priva di eccezioni.

Leggi anche:

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L’eccezione cui si riferisce la denuncia del Missouri è quella relativa all’attività commerciale applicabile al Foreign Sovereign Immunities Act (FSIA), 28 U.S.C. § 1605(a)(2), la quale prevede che «(a) Uno Stato estero non sarà esonerato dalla giurisdizione dei tribunali degli Stati Uniti o degli Stati Uniti in qualsiasi caso: … (2) in cui l’azione si fondi su un’attività commerciale condotta negli Stati Uniti dallo Stato estero; oppure su un’azione realizzata negli Stati Uniti in connessione a un’attività commerciale dello Stato estero situata altrove; oppure su un’azione al di fuori del territorio degli Stati Uniti in connessione a un’attività commerciale dello Stato estero situata altrove quando tale azione provochi un effetto diretto negli Stati Uniti». Lo Stato del Missouri sostiene che in Cina l’organizzazione del sistema sanitario, poiché è a pagamento per i cittadini cinesi, sia una “attività commerciale”, e che sfruttare agenti prezzolati per infiltrare fake news nei social media e manipolare il mercato internazionale delle mascherine e di altri dispositivi necessari contro l’epidemia siano parimenti attività commerciali.

I primi commenti sulla causa intentata nel Missouri, fra cui quello della docente di diritto a Yale Lea Brilmayer, asseriscono che sarebbe complicato per la Corte affermare la propria giurisdizione sulla Cina in quanto Stato sovrano. Il Missouri, tuttavia, ha citato in giudizio anche il PCC e altre entità non strettamente appartenenti allo Stato, cosa che Bitter Winter è stato il primo a suggerire, quale strategia per aggirare l’immunità che la Cina può reclamare in quanto Stato sovrano.

La denuncia del Missouri evidenzia che «il Partito Comunista non è un organo o una sotto-sezione politica della RPC e non è neppure proprietà della RPC o di una sotto-sezione politica della RPC, e pertanto non è protetto dall’immunità di sovranità». Essa cita inoltre un precedente, denominato Yaodi Hu v. Communist Party of China [2012 WL 7160373, al *3 (Distretto occidentale del Michigan, 20 novembre 2012)], sostenendo che il PCC non gode dell’immunità in base al Foreign Sovereign Immunities Act.

Il Missouri chiede il risarcimento dei danni anche all’Istituto di virologia di Wuhan e all’Accademia cinese delle scienze, che «amministra l’istituto di Wuhan», riportando che «a partire almeno dal novembre 2019 l’istituto di Wuhan ha condotto ricerche sul coronavirus», che «alcuni telegrammi da parte del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti hanno avvisato delle preoccupazioni in merito alla sicurezza all’istituto di Wuhan» e che «gli Stati Uniti stanno attualmente conducendo un’indagine completa per verificare se il coronavirus, che è andato trasformandosi in una pandemia totale che ha messo in ginocchio l’economia globale, sia sfuggito dall’istituto di Wuhan».

Quanto affermato contro l’Istituto di virologia di Wuhan e l’Accademia cinese delle scienze esige le prove che il virus sia realmente «sfuggito dall’istituto di Wuhan», fatto già scartato come teoria complottista ma che ora viene preso in seria considerazione da parte degli Stati Uniti, come dimostra la causa stessa. È da notare che tale affermazione non è incompatibile con quanto emerso a livello scientifico rispetto all’origine animale del virus, invece che della sua creazione in un laboratorio, poiché un animale infetto, affetto da un virus naturale che vi era studiato, potrebbe essere fuggito dal laboratorio di Wuhan.

Nel frattempo, il senatore repubblicano statunitense del Missouri, Josh Hawley, ha presentato un disegno di legge federale che priverebbe la Cina dell’immunità di sovranità e creerebbe così un diritto individuale d’azione per enti e cittadini statunitensi nei confronti del PCC. All’inizio di aprile il senatore Hawley, con il senatore Tom Cotton (del Partito Repubblicano in rappresentanza dell’Arkansas) e i deputati John Curtis (Partito Repubblicano, Utah), Mike Gallagher (partito Repubblicano, Wisconsin), Ted Yoho (Partito Repubblicano, Florida), Jim Banks (Partito Repubblicano, Indiana) e Liz Cheney (Partito Repubblicano, Wyoming) hanno presentato il Li Wenliang Global Public Health Accountability Act, che autorizzerebbe il presidente a sanzionare i funzionari stranieri che nascondano o distorcano le informazioni a proposito di crisi internazionali di salute pubblica, compreso il coronavirus di Wuhan.

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Massimo Introvigne

Massimo Introvigne (Roma, 14 giugno 1955) è un sociologo italiano delle religioni. È il fondatore e il direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni (CESNUR), una rete internazionale di studiosi di nuovi movimenti religiosi. Autore di una settantina di libri e di più di 100 articoli nel campo della sociologia della religione, è stato l’autore principale dell’Enciclopedia delle religioni in Italia. Membro del comitato editoriale dell’Interdisciplinary Journal of Research on Religion e del comitato direttivo di Nova Religio, pubblicato alla University of California Press, dal 5 gennaio al 31 dicembre 2011 ha avuto nell’ambito dell’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) il ruolo di “Rappresentante per la lotta contro il razzismo, la xenofobia e la discriminazione, con un’attenzione particolare alla discriminazione contro i cristiani e i membri di altre religioni”. Dal giugno 2012 al dicembre 2016 è stato coordinatore dell’Osservatorio della Libertà Religiosa, istituito dal ministero degli Esteri italiano per monitorare lo stato della libertà religiosa a livello mondiale.

www.cesnur.org/

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