L’operaia è morta nell’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio nello Jiangxi, ma quando i suoi parenti hanno visto il corpo, hanno trovato cicatrici che andavano dalla gola al pube
In luglio c’è stata un’esplosione alla fabbrica di fuochi d’artificio di Shangrao, nella provincia dello Jiangxi. In totale, quattro operai sono morti sul colpo, fra cui Lü Zhonghua.
Le autorità hanno inviato circa 200 uomini per sigillare il luogo dell’esplosione. I morti sono stati trasportati in ospedale e i loro parenti sono stati informati.
Tuttavia, quando i parenti di Lü l’hanno vista, sono rimasti scioccati per la lunga linea di cicatrici dalla gola al pube. Hanno sospettato che gli organi della loro parente deceduta fossero stati illegalmente prelevati.
I loro sospetti si sono rafforzati quando alcuni compaesani del villaggio di Lü hanno sentito un autista della fabbrica che si lamentava: «Questa qui (e intendeva Lü) è stata una grana. Ho dovuto spostarla in vari ospedali per tutto il distretto di Guangfeng, per esami, prima di portarla finalmente al forno crematorio di Shangrao».
La famiglia di Lü, amici e compaesani hanno formato un grande gruppo di circa 500 persone e sono tutti andati alla fabbrica per tre giorni di fila, chiedendo di indagare sulla vicenda.
Secondo una fonte interna, le autorità del distretto hanno ordinato alla polizia di risolvere in fretta il caso, pena la perdita dei loro posti di lavoro. In effetti, un agente di polizia ha minacciato i parenti di Lü, dicendo: «Se insistete nel chiedere l’autopsia per provare che gli organi sono ancora nel suo corpo, io sarò licenziato. E il governo non vi darà alcun risarcimento».
Alla fine, comunque, le autorità hanno concesso, privatamente, di pagare 1 milione e 600mila renminbi, pari a 220mila dollari statunitensi, come risarcimento alla famiglia Lü.
Servizio di Lin Yijiang