Anche i luoghi di culto controllati dal PCC sono considerati ideologicamente nemici e subiscono repressioni feroci: chiusi, costretti a unirsi, persino distrutti
di An Xin
Nel pomeriggio del 9 settembre un veicolo con a bordo alcuni fedeli era parcheggiato davanti a una chiesa delle Tre Autonomie del villaggio di Liangcuo. Il villaggio, amministrato da Fuzhou, la capitale della provincia sudorientale del Fujian, stava quindi per perdere due chiese benché approvate dallo Stato. Un credente si trovava in una di esse, piangendo e lamentandosi del fatto che una chiesa in piena attività stesse per essere demolita.
Il pomeriggio seguente è stato condotto sul posto un escavatore con l’intenzione di demolire la chiesa, costruita nel 2008. Una volta abbattuti i muri esterni, il tetto ha ceduto e la croce che si trovava sulla sommità dello stabile è precipitata. Ben presto è però crollato l’edificio intero: la polvere ha saturato l’aria e i detriti si sono sparsi tutto intorno. In un batter d’occhio la chiesa è insomma stata rasa al suolo.
Anche un’altra chiesa che si trovava nelle vicinanze, costruita nel 2000, è stata distrutta nella stessa giornata.
L’edificio più recente era stato edificato dalla Chiesa cristiana di Chengmen, controllata dallo Stato, su un terreno acquistato a Fuzhou con il denaro raccolto dalla comunità. Secondo un credente bene informato, inizialmente l’amministrazione locale ha tentato di appropriarsi del terreno con il pretesto di dovervi realizzare una strada, ma i credenti si sono rifiutati di cederlo. L’amministrazione ha quindi dato ordine di demolire la chiesa, sostenendo che fosse «priva dei necessari permessi e costruita illegalmente».
Video 1: due chiese delle Tre Autonomie del villaggio di Liangcuo durante la demolizione
Con una comunità composta da circa duemila fedeli, la Chiesa cristiana di Chengmen ha fondato venti sale per riunioni in più di dieci villaggi amministrati dal borgo di Chengmen. Le adesioni numerose e la rapida crescita sono proprio ciò che il PCC non poteva tollerare.
Per fermare la diffusione del cristianesimo nella zona e ridurre il numero di chiese gestite dallo Stato in ottobre l’amministrazione del borgo ha ordinato alla Chiesa di ridurre a metà il numero delle sale, accorpandole. La Chiesa doveva anche assicurare che il numero dei fedeli in ciascuna sala rimanesse inferiore alle cinquanta persone.
La chiusura di chiese e di sale per riunioni ha agitato i fedeli, poiché nessuno può garantire che gli edifici, dopo essere stati accorpati, non verranno poi anche demoliti.
Anche altre Chiese delle Tre Autonomie di altre zone di Fuzhou hanno subito repressioni. Il 25 settembre l’amministrazione locale ha fatto demolire una sala per riunioni del villaggio di Gaohu, fondata dalla Chiesa di Puxia, controllata dallo Stato, per ‒ è stato detto ‒ realizzare un canale. La sala era stata approvata dalla sezione comunale dell’Ufficio per gli affari etnici e religiosi prima della sua costruzione, nel 2002.
«È accaduto tutto nel giro di cinque giorni, trascorsi dal momento dell’emissione della notifica a quello della demolizione», ha detto arrabbiato un collaboratore. «È stata una cosa del tutto improvvisa. Il PCC teme il rapido sviluppo del cristianesimo e sta chiudendo quante più chiese possibile».
Video 2: la demolizione della sala per riunioni del villaggio di Gaohu
In aprile è stata demolita anche una sala per riunioni del villaggio di Guozhai, fondata da un’altra Chiesa delle Tre Autonomie di Fuzhou