Fonte: ChinaAid
ChinaAid riferisce violazioni, da parte del governo, della libertà di credo religioso garantito dalla costituzione, con la proibizione ai cittadini di partecipare ad attività religiose nelle scuole.
Il ministero dell’Istruzione cinese a febbraio ha emesso un comunicato in cui ordina ai provveditorati di prestare particolare attenzione all’educazione morale degli alunni delle scuole elementari e medie e all’istruzione politica del personale. Inoltre invita le scuole a sottoporsi a idonea formazione per “stare in guardia contro l’infiltrazione religiosa”.
Di recente tutte le università di Qingdao, nello Shandong, hanno avviato un’indagine su docenti e studenti, proibendo ai non iscritti al partito di credere in una religione. Le autorità hanno anche cominciato a raccogliere informazioni sulle Chiese domestiche, registrando i fedeli che partecipano alle funzioni domenicali.
L’Università Yangtze ha consigliato ai propri studenti di non frequentare Chiese domestiche o incontri privati di studio della Bibbia e di non accettare fondi da organizzazioni religiose.
Alla fine di febbraio l’Ente per l’istruzione e la tecnologia del distretto di Beita a Shaoyang, Hunan, ha rilasciato una dichiarazione in cui avverte che nel campus non possono avere luogo attività religiose. Per mantenere la stabilità, le scuole sono invitate a “stare in guardia contro sette malvagie e religioni illegali”.
L’Università medica di Nanchino nello Jiangsu di recente ha fatto pressione per un maggiore controllo sull’attività etnica e religiosa. Nel frattempo, alla fine del 2017, l’Università Normale di Guangxi ha avviato una campagna per proibire ogni forma di attività religiosa nel campus.