• Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
  • HOME
  • EDITORIALI
  • DOCUMENTI
    • EVENTI
  • INTERVISTE
  • NOTIZIE
  • TESTIMONIANZE
  • TEMI
  • FOTO
  • VIDEO
  • APPROFONDIMENTI
  • CHI SIAMO
    • REDAZIONE
  • GLOSSARIO

Bitter Winter

LIBERTÀ RELIGIOSA \n E DIRITTI UMANI \n IN CINA

three friends of winter
Home / Approfondimenti

La Chiesa Cattolica tra Cina e Rivoluzione Francese

10/01/2019Marco Respinti |

Incoronazione di Napoleone Bonaparte
Incoronazione di Napoleone Bonaparte

Un’audace analisi di AsiaNews su costi e benefici dell’accordo tra la Santa Sede e la Cina del 2018 rievoca il triste tentativo napoleonico di sottomettere la Chiesa

Marco Respinti

Famose sono le parole con cui il premier cinese Zhou Enlai (1898-1976) disse al presidente statunitense Richard M. Nixon (1913-1994), durante la storica visita compiuta da quest’ultimo in Cina nel febbraio 1972, che era «troppo presto» per valutare le conseguenze della Rivoluzione in Francia. A lungo si è comunemente pensato che Zhou si riferisse alla Rivoluzione Francese scoppiata nel 1789 e durata dieci anni. Ma a posteriori il diplomatico americano Charles W. “Chas” Freeman Jr., che era presente all’incontro, ha invece chiarito che, in realtà, il leader cinese si riferiva ai disordini della Francia nel 1968. In entrambi i casi Zhou ha avuto però ragione. È ancora oggi troppo presto per valutare i danni prodotti dal cosiddetto “Maggio francese” e dai suoi postumi (che tra l’altro era piuttosto gremito di sedicenti fan del presidente Mao). Ed è troppo presto anche per dire quando la madre di tutte le rivoluzioni politiche, a cui la Rivoluzione comunista deve molto, finirà. Se mai finirà.

L’anticattolicesimo nella Francia di due secoli fa

Karl Marx (1818-1883), il padre tedesco del comunismo, era uno studioso appassionato della Rivoluzione Francese. La giudicò severamente come una rivoluzione incompiuta, borghese. Nondimeno, ha ringraziato la borghesia francese per il ruolo cruciale svolto nel cancellare il più possibile il cosiddetto Antico regime, una entente (un po’) cordiale tra la Chiesa Cattolica e lo Stato che aveva contribuito a preservare una società sostanzialmente cattolica. Marx sapeva che la Rivoluzione è un processo che avanza attraverso i secoli, passo dopo passo, e che la filosofia del “tutto adesso” condanna irreparabilmente le rivoluzioni al fallimento. Durante la Rivoluzione Francese vi furono anche protocomunisti come lo scrittore François-Noël “Gracchus” Babeuf (1760-1797) e il giornalista Jacques-René Hébert (1757-1794), ma erano troppo in anticipo sul calendario della storia. Così, mentre sognavano una società collettivista che solo molto più tardi sarebbe maturata in molte parti del mondo, Babeuf ed Hébert furono mandati alla ghigliottina dai terroristi francesi (era questo il nome che la fazione leader si era scelto all’apice della violenza rivoluzionaria) che da una parte ammiravano, ma che dall’altra criticavano per non essere abbastanza estremisti.

La rivoluzione esplosa in Francia più di due secoli fa ha inaugurato lo Stato moderno. Le sue premesse sono, naturalmente, più antiche, ma la Francia rivoluzionaria fu il primo Stato a sperimentare, con successo, il totalitarismo su vasta scala. La Francia rivoluzionaria fu il primo Stato totalitario della storia, e anche il primo Stato genocida (su questo punto tornerò).

Quando il suo governo sanguinario e assurdo raggiunse l’apogeo, la società reagì in tutto il Paese. Ci fu un tempo, nel 1793, in cui circa il 60% dell’intero territorio francese era insorto in armi contro il governo centrale rivoluzionario di Parigi. La ribellione più famosa ha avuto luogo sulla costa nordoccidentale della Francia, in una regione che gli storici hanno chiamato “Vandea militare”, una regione molto più grande dell’originario dipartimento della Vandea da cui tutto ebbe inizio.

Quella della Vandea fu essenzialmente una rivolta cattolica contro un governo totalitario per il diritto di credere.

Il governo rivoluzionario di Parigi aveva infatti varato una serie di devastanti misure anticattoliche sin dal suo inizio: nazionalizzò monasteri e conventi confiscandone le proprietà, assalì sacerdoti e suore, soppresse gli ordini religiosi, e massacrò credenti e clero, disabili e poveri (i famosi massacri del settembre 1792, che sono stati paragonati all’Aktion T4 degli anni 1939-1941 con cui il nazionalsocialismo tedesco impose l’eutanasia agli handicappati). Il picco fu raggiunto quando il governo rivoluzionario pretese dai sacerdoti cattolici un giuramento di fedeltà allo Stato che significava obbedire al regime in tutto, comprese le questioni religiose, e quando re Luigi XVI (1754-1793) fu teatralmente decapitato a Parigi. L’uccisione del sovrano Borbone venne infatti eseguita come la drammatizzazione di un assalto a Dio: poiché non era possibile ferire Dio in persona, i rivoluzionari vollero colpirne le autorità sussidiarie sulla Terra, il re e il Papa.

Sin dall’Alto Medioevo, infatti, il popolo francese concepiva la figura del re come l’incarnazione del potere politico esercitato in nome di Dio per difendere la libertà, la giustizia, la carità e la religione. Per quanto riguarda invece il Papato, l’intenzione dei rivoluzionari francesi era di portarlo quanto prima all’estinzione. Per questo Papa Pio VI (1717-1799), che morì a Valence-sur-Rhône il 29 agosto 1799, fu deportato in Francia. E Napoleone Bonaparte (1769-1821), il vero erede, astuto e sottile, della Rivoluzione Francese, ne deportò anche il successore, Papa Pio VII (1742-1823), che fu liberato solo perché il tiranno francese aveva subito importanti sconfitte militari.

Mai osare contraddire lo Stato

Le fraintese parole pronunciate nel 1972 da Zhou Enlai non sono però l’unica connessione tra la Rivoluzione Francese e la Cina comunista. L’accordo stipulato nel 2018 dal Vaticano e dalla Cina evidenzia una connessione ancora più forte. O quanto meno è questa l’opinione di Li Ruohan (pseudonimo), uno studioso della Cina settentrionale, che ha tracciato un parallelo allarmante tra questo accordo e quello sottoscritto da Napoleone e da Pio VII. Li ne espone le ragioni in un articolo pubblicato in inglese, cinese, spagnolo e italiano da AsiaNews, l’agenzia stampa ufficiale del cattolico Pontificio Istituto per le Missioni Estere (PIME), diretta da padre Bernardo Cervellera, notoriamente considerato il principale esperto cattolico in Cina.

Dopo avere descritto l’ostinata e crudele politica anticattolica praticata dalla Rivoluzione Francese, Li Ruohan sottolinea in modo significativo il completo fallimento pratico totalizzato dal più grande tentativo rivoluzionario mai messo in campo per addomesticare la Chiesa. «Il 12 luglio 1790», scrive, «il partito rivoluzionario promulga la Costituzione civile del clero, il cui nucleo principale riguarda una nuova suddivisione delle diocesi francesi. Prima della rivoluzione la Francia aveva 134 diocesi. Con questa legge dei rivoluzionari si vuole accorpare le diocesi.  Per prima cosa, le diocesi sarebbero state divise secondo i confini delle regioni amministrative dello Stato, riducendole a 51. Secondo, i vescovi sarebbero stati scelti e ordinati autonomamente. La Francia avrebbe avuto un primate; tutti gli altri vescovi della Francia avrebbero ricevuto le facoltà dal primate. I vescovi sarebbero eletti dai preti della diocesi. La scelta sarebbe fatta dai preti e alcuni rappresentanti locali; anche dei laici avrebbero partecipato alla elezione. Terzo, il vescovo primate della Francia sarebbe proposto dal governo, senza nomina pontificia. Quarto e molto importante, tutto il clero della Francia, compresi vescovi e preti, avrebbero dovuto fare un giuramento, chiamato “giuramento di fedeltà”. Solo dopo aver fatto questo giuramento, il clero di Francia avrebbe potuto adempiere il proprio ministero pubblico. Coloro che si rifiutano di giurare, verranno giudicati illegali, non riconosciuti dallo Stato francese, considerati nemici della rivoluzione e punibili secondo la legge».

A quel tempo, continua Li Ruohan, «[…] la Francia aveva 131 vescovi su 134 diocesi. Di tre diocesi la sede vescovile era vacante. Dei 131 vescovi solo quattro hanno firmato. Di questi quattro, due erano tornati a vita secolare», compreso Charles-Maurice de Talleyrand (1754-1838), «che poi dal governo rivoluzionario francese fu messo a capo della Chiesa e varie volte procedette all’amministrazione di sacramenti». Quanto al basso clero, «meno di un terzo dei 100mila sacerdoti francesi prestò giuramento; due terzi si rifiutarono di giurare. Costoro divennero il gruppo dei preti non giurati». Risultato, «i cattolici francesi cominciarono a non frequentare le chiese e si rifiutavano di ricevere i sacramenti dalle mani dei preti giurati. I preti che si erano rifiutati di giurare si ritirarono nelle campagne di Francia, dove di nascosto nelle case dei fedeli celebravano la messa e amministravano i sacramenti, costituendo il gruppo dei preti non giurati di Francia».

La difesa dei sacerdoti refrattari pesantemente perseguitati dai rivoluzionari è stata la ragione ultima che ha acceso la rivolta cattolica in Vandea, una lotta per la libertà religiosa dove i nobili si sono schierati di buon grado accanto ai contadini, tutti portando orgogliosamente il rosario al collo e un’immagine del Sacro Cuore di Gesù cucita sul petto come uniforme comune. Cosa ha fatto a quel punto il governo rivoluzionario? Ha ordinato il massacro totale di tutta la regione, mirando a sradicare da quella terra anche il più piccolo segno della religione e della libertà per impartire in questo modo una lezione a tutti i francesi. Non osare mai contraddire lo Stato, perché il prezzo da pagare è il genocidio. Usando “rituali laici” blasfemi, i rivoluzionari hanno dunque ucciso migliaia e migliaia di persone, a cominciare dai sacerdoti e dalle suore. Anche le donne e i bambini sono stati uccisi, giudicati colpevoli di (le donne) partorire, o (i bambini) di poter diventare, i ribelli di domani. Il genocidio fu perpetrato tra la fine del 1793 e il giugno del 1794, ben dopo che i vandeani erano stato sconfitti militarmente.

Ne vale la pena?

La Francia si divise quindi in due Chiese, ricorda Li Ruohan. Uno era la Chiesa ufficiale creata dallo Stato e molto impopolare, in termini di affezione e di numeri; l’altra era la Chiesa clandestina, fedele al Papa, tormentata e perseguitata, ma amata e difesa dal popolo. L’antagonismo e la divisione proseguirono aspri fino al 1801, quando Napoleone decise che la mancata risoluzione della situazione avrebbe potuto indebolirne il sogno di esercitare potere totale sulle menti e sui cuori dei francesi.

Il tiranno fece dunque la prima mossa, offrendo alla Santa Sede un accordo, che poi venne firmato a Parigi il 15 luglio 1801. «Nel Concordato», spiega Li Ruohan, «il governo francese riconosce la Chiesa cattolica come la religione della maggioranza dei francesi. La Chiesa cattolica ha un’inscindibile relazione con la storia del popolo francese. Nella storia francese essa ha esercitato un ruolo insostituibile. È perciò giusto che abbia libertà di praticare e credere».

Ebbene, dice lo studioso cinese, «questo punto appare molto buono e sembra voler restaurare la libertà della Chiesa di Francia. Ma in seguito il governo chiede alla Santa Sede di fare una nuova divisione delle diocesi. Al tempo della rivoluzione le 134 diocesi della Francia sono state forzatamente suddivise, ma la Santa Sede non ha mai riconosciuto le azioni unilaterali del governo francese. Tuttavia, nel Concordato firmato da Napoleone, la Santa Sede è costretta a fare concessioni, a dividere di nuovo le diocesi di Francia, facendole corrispondere alle regioni amministrative, e a fondarne di nuove. Le 134 diocesi originali vengono ridotte a 60, di cui 10 arcidiocesi. Tutti i vescovi di Francia, che in passato hanno giurato o si sono rifiutati di giurare, hanno dovuto dare le dimissioni. Il capo dello Stato francese, cioè Napoleone, ha il potere di proporre i vescovi, ma al Papa è lasciato il potere di dare la giurisdizione.  Per quanto riguarda la scelta dei candidati, il criterio più diffuso è che essi siano affidabili dal punto di vista politico. Tutto il clero di Francia, vescovi e preti, devono fare un giuramento di fedeltà allo Stato. La Chiesa inoltre dichiara di rinunciare ai beni confiscati al tempo della rivoluzione. Come compenso per le perdite, il governo francese si fa carico del mantenimento del clero, dandogli un sussidio. Era necessario che i vescovi collaborassero con le autorità locali, per procedere con la divisione tra diocesi e parrocchie».

Alla fine, quindi, la Santa Sede non ottenne ciò che sperava, e Napoleone trionfò. E ha continuato a trionfare anche dopo essere stato sconfitto, dopo essere stato rimosso dal potere, e dopo essere stato sepolto una volta che se ne era andato. Il Concordato napoleonico è stato, infatti, il modello utilizzato per elaborare tutti i successivi concordati tra il Vaticano e la Francia, un Paese in cui da allora lo spirito rivoluzionario anticattolico è rimasto vivo e vegeto, in forme e fogge diverse, spostandosi continuamente un passo sempre più a sinistra, come il vecchio Karl Marx aveva previsto. Il modello napoleonico ha insomma ispirato i numerosi tentativi di separare le Chiese cattoliche nazionali dalla Santa Sede che sono stati intrapresi dai regimi comunisti di molti Paesi, dalla Cecoslovacchia alla ‒ eccoci ‒ Cina, mescolando e miscelando savoir-faire e violenza.

La Chiesa avrebbe potuto agire diversamente due secoli fa? Con il senno di poi, tutti gli errori diventano palesi, ma essere saggi dopo è facilissimo. Per quanto riguarda la Cina, invece, il tempo è troppo breve per dirlo. Ma un fatto e una domanda rimangono. Il punto è che quando la Chiesa diventa una minoranza e una minoranza perseguitata, la sua responsabilità di salvaguardare i credenti viene prima di tutto il resto, anche se deve ingoiare rospi. I singoli possono infatti accettare il martirio per sé, ma il martirio non lo si può prescrivere al prossimo. La domanda è invece quella posta da Li Ruohan sull’accordo tra Roma e Pechino di oggi: «la Santa Sede è sicura di non ripetere gli errori e le tragedie storiche del passato?». Dal canto proprio, il regime cinese dà la sua parte di risposta ogni giorno, inasprendo la repressione delle religioni.

Contrassegnato con: Accordo Vaticano-Cina, Cattolicesimo, Chiesa cattolica

Marco Respinti
Marco Respinti

Marco Respinti è il direttore di International Family News. Italiano, è giornalista professionista, membro dell’International Federation of Journalists (IFJ), saggista, traduttore e conferenziere. Ha collaborato e collabora con diversi quotidiani e periodici, sia in versione cartacea sia online, in Italia e all’estero. Autore di libri, ha tradotto e/o curato opere di, fra gli altri, Edmund Burke, Charles Dickens, T.S. Eliot, Russell Kirk, J.R.R. Tolkien, Régine Pernoud e Gustave Thibon. Senior Fellow al Russell Kirk Center for Cultural Renewal, un’organizzazione educativa statunitense apartitica e senza fini di lucro che ha sede a Mecosta, nel Michigan, è anche socio fondatore e membro del Consiglio Direttivo del Center for European Renewal, un’organizzazione educativa paneuropea apartitica e senza fini di lucro che sede a L’Aia, nei Paesi Bassi, nonché membro del Consiglio Consultivo della European Federation for Freedom of Belief. È direttore responsabile del periodico accademico The Journal of CESNUR e di Bitter Winter: A Magazine on Religious Liberty and Human Rights in China.

Articoli correlati

  • Papa Francesco e la Cina: un mistero in Vaticano e una proposta

    Papa Francesco e la Cina: un mistero in Vaticano e una proposta

  • Chiusi scuole e asili cattolici nell’Hebei

    Chiusi scuole e asili cattolici nell’Hebei

  • Vietati i funerali religiosi cattolici

    Vietati i funerali religiosi cattolici

  • Per il card. Bo il PCC è responsabile del coronavirus e deve provvedere al risarcimento

    Per il card. Bo il PCC è responsabile del coronavirus e deve provvedere al risarcimento

Vedi anche

  • Allontanato sacerdote della diocesi di Zhengzhou per avere disobbedito al PCC
    Allontanato sacerdote della diocesi di Zhengzhou per avere disobbedito al PCC

    Se mettono in discussione le politiche oppressive del regime anche i religiosi cattolici autorizzati dallo Stato subiscono gravi persecuzioni di Tang …

  • Si intensifica la persecuzione delle chiese cattoliche ribelli
    Si intensifica la persecuzione delle chiese cattoliche ribelli

    Pressioni sugli obiettori di coscienza cattolici per spingerli ad aderire alla Chiesa patriottica. Intanto le chiese vengono chiuse, i sacerdoti cacciati e le comunità intimidite

  • Un altro sacerdote torturato per costringerlo ad aderire alla Chiesa ufficiale
    Un altro sacerdote torturato per costringerlo ad aderire alla Chiesa ufficiale

    Don Liu Maochun, della diocesi di Mindong, si rifiuta di aderire all’Associazione Patriottica Cattolica Cinese. Arrestato, è stato privato del sonno n…

  • Continua la repressione delle chiese cattoliche
    Continua la repressione delle chiese cattoliche

    Nel 2019 numerosi luoghi du culto cattolici sono stati chiusi per essersi rifiutate di aderire all’Associazione patriottica cattolica cinese. E sono comunque state soppresse anche chiese gestite dallo Stato

  • Sacerdoti cattolici perseguitati: il PCC indaga sulle fughe di notizie
    Sacerdoti cattolici perseguitati: il PCC indaga sulle fughe di notizie

    In vista del rinnovo dell'accordo con la Santa Sede, il regime cerca di impedire fughe di notizie sulla repressione degli obiettori di coscienza di An…

  • Case di cura cattoliche assaltate e chiuse
    Case di cura cattoliche assaltate e chiuse

    Il PCC usa ogni mezzo per costringere gli obiettori di coscienza cattolici a unirsi alla Chiesa patriottica, compresa la chiusura delle opere caritative

Barra laterale primaria

Sostieni Bitter Winter

Per saperne di più

CANALI SOCIALI UFFICALI (IN INGLESE)

Effettua la ricerca delle notizie per regione cliccando sulla mappa

Mappa geografica della Cina

ARCHIVIO

  • Ottobre 2020
  • Settembre 2020
  • Agosto 2020
  • Luglio 2020
  • Giugno 2020
  • Maggio 2020
  • Aprile 2020
  • Marzo 2020
  • Febbraio 2020
  • Gennaio 2020
  • Dicembre 2019
  • Novembre 2019
  • Ottobre 2019
  • Settembre 2019
  • Agosto 2019
  • Luglio 2019
  • Giugno 2019
  • Maggio 2019
  • Aprile 2019
  • Marzo 2019
  • Febbraio 2019
  • Gennaio 2019
  • Dicembre 2018
  • Novembre 2018
  • Ottobre 2018
  • Settembre 2018
  • Agosto 2018
  • Luglio 2018
  • Giugno 2018

Newsletter

Iscriviti alla newsletter

* indicates required
Scegli una lingua

Footer

Notizie in esclusiva
Notizie in esclusiva

Redazione

Direttore

MASSIMO INTROVIGE

Direttore responsabile

MARCO RESPINTI

Indirizzo

CESNUR

Via Confienza 19, 10121 Torino, Italy,
Phone: 39-011-541950

Codice Fiscale 97567500018

Partita IVA 07208700018

Articoli

CANALI SOCIALI UFFICALI (IN INGLESE)

Collegamenti

logo orlir hrwf logo cesnur logo

Copyright © 2022 - INFORMATIVA SULLA PRIVACY

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web per offrirti l'esperienza più pertinente ricordando le sue preferenze e ripetendo le visite. Cliccando su "Accetta", acconsenti all'uso di TUTTI i cookie.
.
Maggiori informazioni Impostazioni
RifiutaAccetta
Cookie

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
Cookie Durata Descrizione
ak_bmsc 2 hours This cookie is used by Akamai to optimize site security by distinguishing between humans and bots
bm_sz 4 hours This cookie is set by the provider Akamai Bot Manager. This cookie is used to manage the interaction with the online bots. It also helps in fraud preventions
cookielawinfo-checkbox-advertisement 1 year Set by the GDPR Cookie Consent plugin, this cookie is used to record the user consent for the cookies in the "Advertisement" category .
cookielawinfo-checkbox-analytics 11 months This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
cookielawinfo-checkbox-functional 11 months The cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
cookielawinfo-checkbox-necessary 11 months This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
cookielawinfo-checkbox-others 11 months This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
cookielawinfo-checkbox-performance 11 months This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
CookieLawInfoConsent 1 year Records the default button state of the corresponding category & the status of CCPA. It works only in coordination with the primary cookie.
viewed_cookie_policy 11 months The cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
_abck 1 year This cookie is used to detect and defend when a client attempt to replay a cookie.This cookie manages the interaction with online bots and takes the appropriate actions.
Functional
Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
Performance
Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
Analytics
Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
Cookie Durata Descrizione
CONSENT 2 years YouTube sets this cookie via embedded youtube-videos and registers anonymous statistical data.
_ga 2 years The _ga cookie, installed by Google Analytics, calculates visitor, session and campaign data and also keeps track of site usage for the site's analytics report. The cookie stores information anonymously and assigns a randomly generated number to recognize unique visitors.
_gat_UA-118991308-8 1 minute A variation of the _gat cookie set by Google Analytics and Google Tag Manager to allow website owners to track visitor behaviour and measure site performance. The pattern element in the name contains the unique identity number of the account or website it relates to.
_gid 1 day Installed by Google Analytics, _gid cookie stores information on how visitors use a website, while also creating an analytics report of the website's performance. Some of the data that are collected include the number of visitors, their source, and the pages they visit anonymously.
Advertisement
Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
Cookie Durata Descrizione
fr 3 months Facebook sets this cookie to show relevant advertisements to users by tracking user behaviour across the web, on sites that have Facebook pixel or Facebook social plugin.
NID 6 months NID cookie, set by Google, is used for advertising purposes; to limit the number of times the user sees an ad, to mute unwanted ads, and to measure the effectiveness of ads.
VISITOR_INFO1_LIVE 5 months 27 days A cookie set by YouTube to measure bandwidth that determines whether the user gets the new or old player interface.
YSC session YSC cookie is set by Youtube and is used to track the views of embedded videos on Youtube pages.
yt-remote-connected-devices never YouTube sets this cookie to store the video preferences of the user using embedded YouTube video.
yt-remote-device-id never YouTube sets this cookie to store the video preferences of the user using embedded YouTube video.
yt.innertube::nextId never This cookie, set by YouTube, registers a unique ID to store data on what videos from YouTube the user has seen.
yt.innertube::requests never This cookie, set by YouTube, registers a unique ID to store data on what videos from YouTube the user has seen.
_fbp 3 months This cookie is set by Facebook to display advertisements when either on Facebook or on a digital platform powered by Facebook advertising, after visiting the website.
Others
Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
ACCETTA E SALVA
Powered by CookieYes Logo