Con la scusa di “ripristinare la terra arabile” il governo demolisce residenze e fattorie, distruggendo la vita delle persone e riducendole in miseria
di Li Changshan
Conformandosi alle politiche governative che incoraggiavano lo sviluppo dell’economia rurale, in tutto il Paese gli agricoltori hanno investito in serre per la coltivazione di frutta e verdura o in allevamenti di bestiame. Tuttavia, a partire da quest’anno, le autorità hanno iniziato a demolire vivai, serre e allevamenti legalmente costruiti con la scusa di “ripristinare i seminativi” su cui si trovano. Questa politica imposta in modo uniforme ha causato a molte persone gravi perdite economiche quando non la bancarotta. Alcuni agricoltori raccontarono a Bitter Winter le loro traversie.
Migliaia di vivai distrutti
Il 19 gennaio oltre 60 agenti delle forze dell’ordine e operai appositamente assunti hanno iniziato a demolire le serre nella fattoria Chunlei nel distretto Sa’ertu di Daqing, una città nella provincia nord-orientale dell’Heilongjiang. Alcuni agricoltori che hanno tentato di opporsi alla demolizione sono stati malmenati dagli agenti e poco dopo gli escavatori hanno raso al suolo vivai e serre costati centinaia di migliaia di renminbi.
Video 1: le forze dell’ordine picchiano gli agricoltori che si oppongono alla demolizione nel distretto di Sa’ertu nella città di Daqing
I lavori di demolizione si sono protratti per una settimana e complessivamente sono stati distrutti circa 100 tra vivai e serre. Un agricoltore ha ricordato che due settimane prima che l’amministrazione locale iniziasse la demolizione, la sede distrettuale dell’Ufficio del territorio e delle risorse ha informato gli agricoltori che i loro vivai e serre occupavano illegalmente terreni agricoli di base ordinando loro di ripristinare le condizioni per la semina entro il 13 gennaio, oppure sarebbero stati ritenuti legalmente perseguibili.
Questo avviso ha lasciato completamente sconcertati gli agricoltori che hanno spiegato a Bitter Winter: «In origine non si trattava di terreni agricoli e prima della costruzione delle serre l’area era ricoperta di erbacce. Era come una palude. Gli agricoltori hanno acquistato il terreno e i fertilizzanti per le serre. All’inizio, i dipartimenti governativi sollecitavano gli investimenti incoraggiando gli agricoltori a costruire vivai e serre. I nostri contratti prevedono chiaramente un periodo di validità trentennale e sono passati solo 13 anni dalla loro stipula. Come possono dire che le nostre attività sono illegali?».
In risposta alle domande degli agricoltori, i funzionari hanno dichiarato che lo Stato esige la demolizione di tutte le serre che occupano terreni agricoli di base per ripristinare la coltivazione di cereali perché «a causa della guerra commerciale tra la Cina e gli Stati Uniti d’America le importazioni di grano non sono più sufficienti».
L’improvviso cambio di politica ha causato a questi agricoltori gravi perdite. Alcuni di loro hanno deciso di difendere i propri diritti e interessi, ma nessun avvocato ha osato patrocinare le loro cause. Non avendo altra scelta, gli agricoltori si sono recati tre volte a Pechino per presentare una petizione. Non solo non hanno ricevuto alcuna spiegazione, ma l’agricoltore che ha organizzato i viaggi è stato arrestato e rilasciato solo dopo che le autorità lo hanno costretto a promettere di «non organizzare altre petizioni».
Oltre a quelli nell’Heilongjiang, da gennaio a marzo sono stati demoliti circa 3mila vivai nel distretto Saihan di Hohhot, la capitale della Regione autonoma della Mongolia Interna, e nel distretto Yuhong della città di Shenyang nella provincia nord-orientale del Liaoning. Tutti gli agricoltori hanno subito notevoli perdite economiche.
Video 2: i vivai degli agricoltori nel distretto Yuhong nella città di Shenyang sono stati demoliti
Nel frattempo anche gli allevamenti di suini nella città di Dengfeng nella provincia centrale dell’Henan sono stati demoliti perché «occupavano terreni agricoli». Secondo gli allevatori del posto, il 27 marzo il segretario del partito del borgo di Xuzhuang nella giurisdizione della città di Dengfeng, si è recato presso un allevamento di maiali con una settantina di poliziotti e tre escavatori per demolirlo. Il proprietario della fattoria ha chiesto di vedere i documenti che ordinavano la demolizione, ma il funzionario si è rifiutato di esibirli.
Video 3: nel borgo di Xuzhuang è stato distrutto un allevamento di suini
Ignorando il contadino, il segretario della città ha ordinato di demolire la fattoria e ha detto ai poliziotti presenti: «Se continua a discutere arrestatelo!». Circa sei agenti hanno caricato l’allevatore in macchina e lo hanno portato alla stazione di polizia. Edifici, attrezzature e materiali, per un valore complessivo di 3 milioni di renminbi (circa 420mila dollari statunitensi) sono stati distrutti in un istante.
Secondo gli abitanti del villaggio quell’allevamento di suini era il più grande del suo genere nel borgo e occupava un’area di oltre 0,7 acri. La fattoria era stata costruita con il sostegno del governo e disponeva di tutti i documenti necessari per l’allevamento.
Gli abitanti del villaggio hanno parlato a nome della vittima: «In passato, il governo incoraggiava le persone a dedicarsi all’agricoltura e all’allevamento. Ora ignorando il destino delle persone demoliscono ogni cosa per un capriccio. Che razza di politica è questa? La famiglia di questo agricoltore deve ancora restituire oltre 1,6 milioni di renminbi (circa 225mila dollari). Come faranno a vivere? ».
Una settimana prima della demolizione dell’allevamento di suini nel borgo di Xuzhuang, ne è stato distrutto un altro nel borgo di Gaocheng nella giurisdizione della città di Dengfeng. Nel corso della demolizione sei maiali sono stati schiacciati e uccisi.
Video 4: un allevamento di suini viene demolito nella città di Gaocheng
Il contadino si è lamentato con il funzionario che supervisionava la demolizione dicendogli: «Come farò a sopravvivere? Ho investito oltre 500mila renminbi (circa 70mila dollari) e devo ancora restituire alla banca più di 30mila renminbi (circa 4mila dollari)». Al che il funzionario gli ha risposto che la sua sopravvivenza non lo riguardava e gli ha detto sfacciatamente: «Non importa se lei vive o muore, l’allevamento deve essere demolito!».
Secondo statistiche incomplete, da marzo ad aprile, almeno 40 allevamenti nella giurisdizione della città di Dengfeng sono stati demoliti. Il comportamento violento del governo ha provocato malcontento tra i residenti. Il 24 marzo, una delle vittime di questa nuova politica che risiede nel borgo di Xuanhua nella giurisdizione di Dengfeng ha pubblicato questo commento online: «La prevalenza su tutto degli interessi della gente non dovrebbe valere solo a parole. Le richieste delle persone dovrebbero essere comprese. L’attuale comportamento dell’amministrazione municipale ignora i loro interessi e li considera insignificanti».