Ufficiali di polizia della provincia del Liaoning hanno deliberatamente falsificato verbali di interrogatorio per incriminare cinque missionari della Chiesa Avventista del Settimo Giorno con l’accusa di «aver usato un’organizzazione xie jiao per sabotare l’applicazione della legge»
Il 10 novembre 2015 Yang Jie (nome di fantasia), una fedele della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, è stata arrestata mentre si trovava nella propria abitazione dalla polizia della città di Fengcheng. In seguito, basandosi su un elenco di fedeli trovato durante la perquisizione a casa di Yang, la polizia ha arrestato altri quattro missionari.
Durante l’interrogatorio la polizia ha accusato Yang Jie di «credere in uno xie jiao», termine usato in Cina per indicare insegnamenti contrari all’ortodossia, crimine punito dall’articolo 300 del Codice penale cinese con una pena detentiva tra i tre e i sette anni o superiore. Yang Jie ha immediatamente respinto le accuse, in quanto la Chiesa Avventista del Settimo Giorno non è compresa nell’elenco governativo degli xie jiao. Dopo l’interrogatorio i cinque cristiani, inclusa Yang Jie, sono stati condotti nel Centro di Detenzione della città di Dandong. Sono stati rilasciati dopo 15 giorni di detenzione.
Dieci giorni dopo la polizia ha convocato Yang Jie e gli altri fedeli per informarli che il loro caso non era ancora chiuso: lo stavano trattando come un processo penale. Dopodiché sono stati tutti imprigionati per 35 giorni, senza alcun processo. Dopo aver pagato 5mila renminbi, sono stati rilasciati su cauzione.
La mattina del 4 gennaio 2017 i cinque cristiani sono stati nuovamente convocati dall’ufficio del pubblico ministero di Fengcheng. Più di un anno dopo essere stati rilasciati su cauzione, questa era la quarta volta che Yang Jie e gli altri quattro venivano chiamati a presentarsi per esaminare le prove. Nonostante avessero ripetuto insistentemente di «non credere in uno xie jiao», le trascrizioni dei verbali della polizia erano state falsificate in modo da riportare che avessero dichiarato di «ammettere di credere in uno xie jiao».
Yang Jie e gli altri quattro accusati hanno chiesto più volte alla Brigata della Sicurezza Nazionale di riesaminare i documenti, ma la polizia ha respinto le loro richieste perché «il crimine ormai è stato dimostrato». In seguito, dopo un’udienza davanti a una corte, le autorità hanno incarcerato i cinque cristiani per nove mesi, con l’accusa di «aver usato un’organizzazione xie jiao per sabotare l’applicazione della legge». Le quattro fedeli sono state imprigionate nel carcere femminile della città di Dandong, mentre l’unico accusato di sesso maschile è stato incarcerato nel Centro di Detenzione della città di Fengcheng. I cinque cristiani sono stati liberati il 28 settembre 2017.
Mentre scontava la pena, Yang Jie veniva costretta dalle guardie della prigione a lavarsi con acqua fredda. Era anche obbligata a produrre ogni giorno un gran numero di oggetti a mano. Quando non riusciva a raggiungere la quota prevista, veniva punita e picchiata. Svolgere un lavoro così intenso e prolungato nel tempo le ha rovinato le dita. Ancora oggi prova dolore ogni volta che prova a sforzarle.
Servizio di Piao Junying