Fare “osservazioni sensibili”, oppure dire ciò che le autorità reputano essere tale, può essere considerato “antipartitico” o “antisociale” e punito di conseguenza
Tang Zhe
Il Partito Comunista Cinese (PCC) non lesina gli sforzi, sia finanziari sia ideologici, per intensificare il controllo sulla popolazione e preservare il proprio dominio assoluto. Le misure adottate vanno dal reimpiego di metodi usati durante la Rivoluzione Culturale, come per esempio la cosiddetta “Esperienza Fengqiao” che prevedeva l’uso della delazione per il controllo delle persone religiose, fino alla implementazione di nuovi sistemi di sorveglianza e monitoraggio ad alta tecnologia come Skynet e lo Sharp Eyes Project. Contestualmente le autorità cinesi monitorano attentamente le piattaforme e i gruppi online per assicurarsi che messaggi o commenti critici lesivi per l’immagine del Partito comunista o dei suoi leader non passino inosservati e che i loro autori vengano puniti.
Considerato un “reazionario” a causa di un commento su Xi Jinping
All’inizio dell’anno, un internauta della provincia nordorientale del Liaoning è stato convocato dalla polizia per aver caricato on line un fumetto in cui appariva il presidente Xi Jinping con un panino al vapore farcito. La polizia voleva sapere per quale motivo egli aveva pubblicato il disegno online, chi gli aveva detto di farlo e se apparteneva a organizzazioni “antigovernative”. Le ricerche svolte sul computer dell’uomo e sul suo conto in banca non hanno rivelato nulla di sospetto, ciononostante le autorità lo hanno trattenuto per 15 giorni con l’accusa di «attaccare briga e provocare guai».
In dicembre un altro internauta della città di Daqing, nella provincia nordorientale dell’Heilongjiang, è stato ammonito e punito per aver postato alcune critiche su Xi Jinping. Risultava infatti che avesse condiviso un messaggio in un gruppo di WeChat in cui criticava e derideva il presidente per la sua leadership autoritaria confrontando la dittatura cinese con quella della Corea del Nord. Il messaggio diceva: «La Corea dell’Est [cioè la Corea del Nord] e la Corea dell’Ovest [cioè la Cina] sono gli unici Paesi al mondo in cui i cittadini sono tenuti ad imparare i pensieri e l’ideologia dei loro leader. In Cina, chi prende il potere escogita sempre una personale ideologia e teoria che le persone devono studiare. Quando Xi Jinping ha incontrato il primo ministro del Giappone, ha dovuto seguire una sceneggiatura anche per dire semplici frasi di uso quotidiano, rivelando così l’immensità della sua incompetenza».
Poiché la dittatura del Partito Comunista Cinese nella Cina continentale sta diventando sempre più simile a quella della Corea del Nord un numero sempre crescente di cittadini cinesi ha iniziato a riferirsi alla Cina continentale come “Corea dell’Ovest” e alla Corea del Nord come “Corea dell’Est”.
L’internauta è stato convocato alla stazione di polizia e accusato di aver pubblicato commenti online contrari alla leadership cinese e di essere “antisociale” e “reazionario”. Il suo account WeChat è stato bloccato ed è stato costretto a firmare una dichiarazione in cui prometteva di non pubblicare analoghi commenti in futuro. La polizia lo ha minacciato: «Se verrà ancora scoperto a pubblicare messaggi reazionari, sarà condannato ad una pena detentiva da sei mesi a un anno». Inoltre gli è stato ordinato di tenere il cellulare sempre acceso e di essere reperibile 24 ore su 24.
L’uomo è terrorizzato, teme di essere controllato dal governo in ogni momento e ha paura di dire “cose sbagliate” e di essere arrestato. Ha commentato la sua vicenda dicendo che le azioni delle autorità dimostrano che ormai mantenere la gente in silenzio è più importante di ogni altra cosa.
Fermato dalle autorità per aver modificato uno slogan
Alla fine di settembre un residente in un villaggio sotto la giurisdizione della città di Jiujiang, nella provincia sudorientale dello Jiangxi, aveva visto lo slogan: «Non farti illusioni e non desiderare il denaro stanziato per alleviare la povertà». La scritta si trovava sul muro di una casa ancestrale ossia un luogo sacro dove gli abitanti offrono sacrifici ai loro antenati. Ritenendo che la gente non desidera i soldi del governo e che queste parole dovrebbero piuttosto essere dirette ai funzionari governativi, per fare della satira contro il governo, aveva pensato di coprire alcuni dei caratteri che componevano lo slogan cambiandone il significato in «Farsi illusioni e desiderare il denaro stanziato per alleviare la povertà».
Qualcuno ha scattato una foto dello slogan modificato e l’ha pubblicata su WeChat. In febbraio l’abitante del villaggio è stato convocato alla stazione di polizia per essere interrogato e successivamente è stato trattenuto per cinque giorni per aver commesso «il crimine di alterare uno slogan».
In seguito un funzionario del villaggio ha così commentato questa vicenda: «La persona che ha scritto quelle due parole avrà per sempre un precedente [registrato]. Se in futuro costui commetterà un reato per cui è previsto un anno di carcere ne dovrà scontare due e inoltre i suoi figli incontreranno delle difficoltà se vorranno sostenere gli esami di ammissione all’università, aderire al Partito o servire nell’esercito».
Un anziano del villaggio ha osservato con rammarico che l’attuale situazione ricorda i tempi della Rivoluzione Culturale, quando chi diceva anche solo una cosa sbagliata veniva denunciato, umiliato e torturato in pubblico dal PCC.