Le autorità cinesi confiscano i passaporti assicurandosi che solo i cittadini “politicamente puliti” e patriottici possano uscire dal Paese
Yang Xiangwen
Le autorità cinesi stanno incrementando i controlli a lungo termine sui viaggi all’estero dei privati cittadini. L’anno scorso le restrizioni sono state applicate non solo ai dipendenti pubblici di basso livello e ai dipendenti delle imprese statali, ma anche agli insegnanti e agli operatori sanitari. Per evitare che le persone vadano all’estero, tutti sono tenuti a consegnare i passaporti.
Il sequestro del passaporto è un compito politico
Un dipendente di un’impresa statale in attività nella provincia centrale dell’Hebei ha riferito a Bitter Winter che, alla fine di novembre, una ventina di dipendenti del suo reparto sono stati puniti per non aver consegnato i loro passaporti prima della scadenza prefissata. Le penalità comprendevano ammonizioni da parte del Partito Comunista, penalizzazioni nella carriera, multe da 500 a 5mila renminbi (da circa 75 a 750 dollari statunitensi) e altre simili. I dirigenti dell’ufficio disciplinare hanno convocato alcuni di questi lavoratori per ammonirli, notificando loro che questo passo falso «sarebbe stato registrato tra le loro informazioni personali».
Il dipendente ha inoltre dichiarato: «Queste pene severe sono dovute al fatto che il Dipartimento organizzativo del Comitato del Partito a livello provinciale e il Dipartimento provinciale per la sicurezza pubblica hanno pubblicato un documento intitolato Notifica sull’attività continuativa speciale per gestire l’utilizzo illegale e il possesso di documenti per lasciare il Paese a scopo privato. Quando si tratta di questioni relative alla documentazione per andare all’estero il documento prevede sanzioni più severe se sono coinvolti membri del Partito e personale dirigente di medio livello». Il lavoratore che, anche a causa dell’intenso orario di lavoro, non ha consegnato il passaporto prima che gli venisse ordinato ha ricevuto una severa ammonizione ed è stato informato che la consegna del passaporto deve essere considerata un compito politico.
In ottobre un ospedale nella regione autonoma del Ningxia Hui, nella Cina centro-settentrionale, ha ricevuto un avviso in cui si ordinava a tutto il personale di consegnare i passaporti. Dato che molti dipendenti dell’ospedale erano restii a farlo, la polizia ha prontamente acquisito informazioni su quando e dove i loro passaporti erano stati rilasciati e li ha confiscati, facendo attenzione a non dimenticare nessuno.
Un impiegato dell’ospedale traumatizzato ha dichiarato: «Non ci si può rifiutare perché ti troveranno e ti porteranno all’Ufficio per la sicurezza pubblica. I miei colleghi ed io eravamo così spaventati che abbiamo consegnato subito i nostri passaporti».
Per poter viaggiare all’estero il patriottismo è il prerequisito più importante
Il 18 marzo l’amministrazione di una scuola elementare della città di Liaoyang, nella provincia nordorientale del Liaoning, ha ordinato a tutti gli insegnanti di consegnare i loro passaporti. Alcuni di loro hanno tentato di opporsi, ma il preside ha detto che le uniche persone che possono lasciare il Paese sono quelle che hanno familiari all’estero in occasione di eventi come matrimoni e funerali. Il preside ha poi detto: «Non pensate nemmeno di andare all’estero per fare un viaggio perché la vostra domanda sarà respinta!», aggiungendo che chi non ha ancora richiesto il passaporto non ha più alcuna possibilità di ottenerlo.
Secondo un insegnante di Ningxia, già in passato il PCC ritirava i passaporti dei cittadini, ma la politica non era mai stata attuata in modo così rigoroso. Le circostanze sono cambiate significativamente negli ultimi due anni e comunque le unità di lavoro fanno osservare tale obbligo in modo più stringente esercitando pressioni sui dipendenti affinché consegnino i loro passaporti e ciò vale anche per il personale ormai in pensione.
L’insegnante ha aggiunto: «Questa volta, quando ho fatto domanda per andare all’estero a visitare mia figlia, per ottenere il passaporto ho dovuto superare tre livelli di indagini. Le autorità scolastiche mi hanno spiegato che secondo l’attuale politica del governo, in linea di principio, a nessun dipendente è permesso lasciare il Paese, se non per assistere alla consegna di lauree o a cerimonie nuziali all’estero».
L’insegnante ha lamentato: «Anche per una politica così importante come quella che prevede il sequestro dei passaporti, non ci hanno dato alcuna spiegazione. L’amministrazione sta diventando sempre più severa e, dopo averlo consegnato, il passaporto diventa un “lusso” che puoi solo desiderare, ma non riavere».
Le restrizioni sui viaggi continuano ad aumentare colpendo persone di ogni ceto sociale. I Regolamenti sulle indagini politiche sul conto degli operatori in servizio nella Facoltà di Medicina dell’Università del Fujian che lasciano il Paese prevedono che il personale che intende viaggiare sia sottoposto a indagini e debba «essere politicamente affidabile, avere una storia [politica] pulita, amare ardentemente la madrepatria socialista, essere di ideologia progressista, avere integrità morale e osservare la legge e la disciplina. L’indagine va condotta sulle informazioni personali dei richiedenti, sullo stato dei loro familiari, ecc.»
Una persona che ha presentato la domanda per poter viaggiare all’estero ha rivelato che non solo è stata sottoposta a indagini rigorose, ma che, prima di espatriare, ha dovuto firmare una dichiarazione promettendo di non essere legata a nessuna organizzazione straniera, di non esprimere opinioni contrarie allo Stato o divulgare segreti di Stato.