I telefoni dei credenti sono sempre tenuti strettamente sotto controllo e spesso finiscono in arresti. Oppure in vessazioni lunghissime
Tre anni fa, Zhang Hong’en, un cattolico della città di Linfen, nella provincia centrale dello Shaanxi, ha telefonato a una suora del suo stesso villaggio per chiedere informazioni sulle procedure necessarie ad adottare un orfano. Solo dopo avere preso la linea si è reso conto che in quel momento la suora si trovava all’estero. L’uomo ha quindi riagganciato subito.
Senza che se lo potesse immaginare, la mattina dopo due agenti della polizia locale sono piombati in casa sua chiedendogli chi avesse contattato, chiamando all’estero il giorno prima. Anche dopo la sua risposta assolutamente sincera, gli agenti non lo hanno lasciato in pace. Dopo quella telefonata, infatti, Zhang Hong’en è stato messo sotto stretta sorveglianza. Ancora oggi gli capita, spesso nei giorni festivi, che la polizia si presenti a casa sua per interrogarlo e vessarlo. «Non ce la faccio più a sopportare quelle giornate!», ha confessato al nostro reporter.
Zhang racconta che ogni qualvolta lo Stato organizzi una riunione importante (per esempio il XIX Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese nell’ottobre 2017, oppure le sedute del Congresso Nazionale del Popolo, o ancora la Conferenza Politica Consultiva della Commissione Nazionale del Popolo Cinese nel marzo di quest’anno), la polizia si reca a casa sua. Viene tenuto sotto controllo ovunque, viene interrogano sulla situazione di altri cattolici di sua conoscenza e viene registrato in video a cui non ha acconsentito.
Un’altra persona trattata allo stesso modo è Lin Jianghua, un predicatore della Chiesa delle Tre Autonomie, la struttura protestante che pure è controllata dal governo, nella città di Yantai, nella provincia costiera dello Shandong, nell’est del Paese. Verso la fine di aprile, l’uomo è entrato in contatto con un pastore di Hong Kong, avendo intenzione di recarsi da lui per partecipare ad alcuni incontri religiosi. È finito così sotto la sorveglianza della sezione locale della Brigata per la sicurezza nazionale. Verso la fine di maggio, Lin Jiangua ha ricevuto una chiamata dalla sezione locale dell’Ufficio per gli affari religiosi che gli ha domandato quali fossero i suoi rapporti con il pastore di Hong Kong e come mai lo conoscesse, minacciandolo in questi termini: «Attualmente la situazione interna non è buona. Tenendo conto di chi sei, non ti conviene recarti all’estero, altrimenti la tua Chiesa potrebbe subire contraccolpi. Se infatti tu ti recassi all’estero, al tuo rientro il governo potrebbe invitarti a “prendere una tazza di tè” [ovvero sottoporlo a interrogatori e a costrizioni]». Alla fine Lin Jiangua ha deciso di abbandonare l’idea del viaggio a Hong Kong.
Per evitare arresti dovuti alle intercettazioni, quando parlano al telefono alcune Chiese domestiche fanno spesso uso di parole in codice. Di fatto, per non inguaiarsi gli uni gli altri, non usano neppure usare il telefono per contattare altri fedeli della Chiesa. Ciononostante, è possibile che il PCC li tenga comunque sotto controllo finendo per arrestarli. In settembre, quando Zhang Mei, una fedele della Chiesa di Dio Onnipotente, è stata arrestata dal PCC nella città di Hangzhou, nella provincia dello Zhejiang, sulla costa orientale del Paese, la polizia le ha detto esplicitamente che la sua cattura era nata dal controllo effettuato sui contenuti delle sue chiamate. «Davvero pensi che non siamo in grado di capire quando telefoni e usi parole in codice?», le hanno chiesto.
Un cristiano che sta studiando nell’Università teologica nella città di Harbin, nella provincia nordorientale dello Heilongjiang, ha raccontato ai reporter che questa situazione – con il PCC che tiene sotto controllo i telefoni per arrestare i cristiani – non è ancora cessata. Anzi, quest’anno si è fatta più severa. Nei seminari teologici gli insegnanti mettono con chiarezza in guardia gli studenti dal postare messaggi a caso sui propri “Moments” (qualcosa di simile al feed di Facebook), poiché i loro telefoni e i loro computer sono tutti sorvegliati. Vi dovesse comparire un qualsiasi contenuto di natura politica, è altamente probabile che nascono problemi. Nei “Moments” di WeChat è sufficiente scrivere «Dio benedica la Cina». Gli insegnanti esortano gli studenti a diffidare di chiunque abbiano intorno poiché potrebbe trattarsi di una spia del PCC; e nessuno può sapere chi possa essere stato corrotto con denaro e quindi usato come informatore.
(Tutti i nomi usati in questa sede sono pseudonimi)
Servizio di Feng Gang