Pazil Utuk, uiguro musulmano di una famiglia musulmana antica e molto nota dello Xinjiang, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco dopo una massiccia caccia all’uomo che ha mobilitato più di 70mila fra agenti di polizia e funzionari politici
Il trentenne Pazil Utuk, di etnia uigura, era originario di una famiglia musulmana antica e molto nota, il che spiega le misure straordinarie adottate dalle autorità per la sua carcerazione. Si trovava nel 64° distretto della contea di Huocheng, nella prefettura di Yili. Si nascondeva cercando di sfuggire all’internamento nei campi di “trasformazione attraverso l’educazione” e per trovarlo le autorità hanno mobilitato 70mila persone in una massiccia caccia all’uomo. Alla fine, il primo 1° aprile la polizia lo ha trovato l’uomo e lo ha ucciso a colpi di arma da fuoco.
Nel maggio 2017, Pazil Utuk era stato arrestato da agenti governativi locali durante una funzione religiosa con l’accusa di «partecipazione ad attività religiose illegali» ed era stato rilasciato solo in agosto. Le autorità locali avevano continuato a sorvegliarlo in quanto «obiettivo chiave per il controllo dell’islam radicale» e il suo nome era stato inserito in una lista di persone che il governo sorvegliava costantemente. Rischiava insomma di essere arrestato in qualunque momento. Il 16 e 17 marzo di quest’anno, alcuni funzionari pubblici gli hanno notificato che avrebbe dovuto presentarsi a un campo di “trasformazione attraverso l’educazione”. Per sfuggire all’indottrinamento forzato, l’uomo si è dunque fatto prestare 700 renminbi da sua sorella maggiore, a piedi ha lasciato la propria abitazione nel 64° distretto e ha camminato fino al 63° distretto per nascondersi.
Il 18 marzo ha deciso che sarebbe stato più sicuro nascondersi in una piccola isola e ha chiesto a un pastore kazako di noleggiargli un cavallo per guadare il fiume. Si è accordato di restituire il cavallo dopo l’arrivo sull’isola. Preoccupato che il cavallo potesse essere rubato, il pastore si è consultato con la propria famiglia e con i propri amici, e poi ha inviato loro messaggi attraverso il social media cinese WeChat. È stato attraverso quei messaggi che i capi del distretto, la polizia e gli altri funzionari pubblici hanno appreso quello che Pazil Utuk stava facendo affrettandosi a mobilitare personale per farlo arrestare.
I poliziotti hanno quindi trovato Pazil Utuk sull’isola e hanno immediatamente aperto il fuoco. Per sfuggire all’arresto, l’uomo si è tagliato la gola con un coltello, preferendo il suicidio alla detenzione nel temuto campo. Ma è stato catturato ancora vivo e inviato all’ospedale del 66° distretto per essere curato. In ospedale i poliziotti lo hanno sorvegliato a turno giorno e notte. Poi ha ripreso gradualmente le forze. Alle 5,24 del mattino del 27 marzo, Pazil Utuk si è accorto che l’agente di guardia si era addormentato ed è quindi fuggito dall’ospedale, arrampicandosi sul muro .
Il segretario del Partito Urumqi, Chen Quanguo, ha emesse un ordine di cattura vivo o morto. L’Ufficio di Pubblica Sicurezza della contea di Huocheng ha emesso nei suoi confronti un altro mandato di cattura per “furto di cavallo”. L’amministrazione locale ha quindi mobilitato più di 70mila persone in sette distretti diversi per sigillare l’intera città e trovarlo, coda davvero singolare per un semplice “furto di cavallo”. Ancora più sproporzionato per un caso simile è stato il fatto che alle scuole e agli ospedali della zona sia stato ordinato di chiudere, che gli stabilimenti siano stati chiusi e che i lavori agricoli di primavera siano stati sospesi. La polizia ha posto sentinelle a ogni incrocio, viale e vicolo, e ha ordinato agli agenti del settimo distretto di fare i doppi turni onde perquisire ogni centimetro della zona in una ricerca a tappeto, giorno e notte.
Il 1° aprile, Pazil Utuk è stato individuato in una conduttura sotterranea a Liangfanchang, al confine della contea di Huocheng, sotto un ponte. Al loro arrivo, i poliziotti hanno immediatamente aperto il fuoco e lo hanno ucciso sul posto.
Bitter Winter ha appreso che, poiché in precedenza Pazil Utuk era scappato, le molestie e gli arresti sono stati estesi a tutta la sua famiglia. Dopo che l’uomo è stato ucciso, la polizia ha arrestato tutte le persone i cui nomi figuravano nella lista dei contatti del suo telefono cellulare.
Abbiamo anche appreso che il Partito Comunista Cinese non è stato molto contento di sapere fatto che ci sia voluto così tanto tempo per trovare e uccidere Pazil Utuk, e che quindi alcuni funzionari sono stati puniti. Trentadue persone di vario livello del 64° distretto sono state punite, dai quadri dirigenti fino ai dirigenti d’azienda. I responsabili della polizia sono stati destituiti ed espulsi dal Partito, e anche i capi del distretto speciale di polizia sono stati licenziati. La stessa sorte è toccata al segretario del Comitato politico e giuridico, e al direttore dell’ufficio. A tutti sono state comminate pene disciplinari e alcuni sono stati addirittura arrestati.
Servizio di Li Zaili