Il 22 maggio, il Tribunale ordinario di Perugia, in Italia, ha annullato la sentenza di una commissione amministrativa che aveva rifiutato la richiesta di asilo politico presentata da un donna aderente alla Chiesa di Dio Onnipotente, un nuovo movimento religioso cristiano cinese, concedendole lo status di profugo. Laddove la commissione aveva basato la propria sentenza sulle informazioni sui Paesi di origine (COI), tratte da vecchi rapporti delle autorità dell’Ufficio per l’immigrazione del Canada e dai mezzi di informazione internazionali disponibili in rete, il Tribunale ha osservato che, sulla Chiesa di Dio Onnipotente, gli studi scientifici più recenti sono una fonte più affidabile.
La commissione aveva valutato negativamente la credibilità della richiedente, la quale aveva riferito di essere stata convertita dalla madre, per il fatto che, secondo le COI, la Chiesa di Dio Onnipotente sarebbe “contro la famiglia”. Il tribunale ha appurato che non è così e che, «[…] alla luce dei più recenti studi sulla tematica, si deve ritenere del tutto naturale che il reclutamento dei membri del culto avvenga all’interno della famiglia». Il tribunale ha anche considerato la persecuzione contro la Chiesa di Dio Onnipotente in Cina come un fatto assodato, risultante dalla circostanza che, nel Paese asiatico, essere attivi in uno xie jiao, espressione spesso tradotta con “setta malvagia”, è un reato punito dall’art. 300 del Codice penale con la reclusione per un periodo compreso fra i tre e i sette anni o anche più, e che la Chiesa di Dio Onnipotente è inclusa in tutte le liste cinesi ufficiali di xie jiao fin dal 1995.
La sola altra prova necessaria era, dunque, che la richiedente fosse una vera fedele della Chiesa di Dio Onnipotente. Il Tribunale italiano ha riconosciuto che il certificato di appartenenza rilasciato dall’ufficio di New York della Chiesa forse non era ricco di dettagli, ma si è basato su una lettera del sociologo Massimo Introvigne, «[…] uno dei massimi esperti di nuovi culti», per il quale il certificato è nondimeno credibile.
Il Tribunale ha notato che le descrizioni cupe dello stato in cui versa la libertà religiosa nel Paese asiatico prodotte dalla richiedente asilo sono «[…] conformi alle più aggiornate notizie sulla situazione della Cina», aggiungendo anche che la Chiesa di Dio Onnipotente «[…] è stata accusata dalle autorità cinesi di crimini (l’uccisione di una donna in un McDonald’s) a cui, in realtà, è probabilmente estranea, al solo scopo di gettare discredito su di essa».
Per il testo completo della sentenza (in italiano), vedere qui.