I credenti che frequentano luoghi di culto non autorizzati rischiano l’arresto, ma vengono perseguitati anche solo se fanno parte di un gruppo religioso online
di Zhang Feng
Per anni il regime comunista ha monitorato ciò che la gente dice online tentando di manipolare l’opinione pubblica e di bloccare qualsiasi informazione ritenuta dannosa per l’immagine del regime, comprese le questioni legate alla religione. Tutte le piattaforme dei social network cinesi, e tra queste WeChat, che è la più diffusa, sono costantemente sorvegliate e i gruppi di cui fanno parte i credenti sono presi di mira in modo particolare perché consentono alle autorità di arrestare molte persone con una singola operazione.
Indagata perché fa parte di un gruppo online
Nell’agosto 2019, mentre era in trasferta per motivi di lavoro, la polizia ha contattato una donna appartenente alla chiesa delle Tre Autonomie della provincia settentrionale dello Shanxi, intimandole di tornare immediatamente a casa. Non appena la donna è tornata, una decina di poliziotti hanno fatto irruzione nella sua abitazione e l’hanno arrestata con l’accusa di far parte di un gruppo della Bo’ai Church su WeChat. Gli agenti hanno detto che, provenendo dagli Stati Uniti d’America, quella chiesa è considerata una delle «forze straniere infiltrate». Gli agenti hanno inoltre aggiunto di aver sorvegliato su WeChat altri 56 gruppi affiliati alla Bo’ai Church e che tutti gli iscritti sarebbero stati indagati.
La donna ha detto alla polizia di non appartenere alla chiesa e di essersi iscritta al gruppo solo per curiosità, nonostante ciò è stata tenuta sotto pressione affinché rivelasse l’identità dei fedeli della comunità. È stata inoltre costretta a firmare una dichiarazione di pentimento con la quale ha promesso di non aderire a quella «organizzazione criminale». I poliziotti hanno anche perquisito le residenze in cui aveva soggiornato durante il suo viaggio di lavoro. A causa delle indagini sul suo conto la donna è stata licenziata.
La Bo’ai Church è una delle 30 chiese straniere di cui è prevista l’eliminazione da quando il Dipartimento del lavoro del Fronte Unito e il ministero per la Sicurezza pubblica hanno varato il Piano di lavoro dell’operazione speciale incaricata di indagare e di gestire secondo la legge l’infiltrazione cristiana straniera. Dal documento risulta che le operazioni per reprimere questi gruppi religiosi erano programmate per giugno e agosto dell’anno scorso e che il monitoraggio analitico dei loro account sui social media costituiva uno dei principali compiti investigativi.
Una donna della provincia dello Shanxi appartenente al network di Sola Fide ha detto a Bitter Winter che in agosto la polizia l’ha indagata perché si era iscritta a un gruppo di WeChat legato alla Bo’ai Church. Gli agenti le hanno ripetutamente chiesto se avesse avuto contatti con altri fedeli e hanno sostenuto erroneamente che la chiesa è uno xie jiao. In realtà la Bo’ai Church non compare affatto nella lista dei gruppi religiosi vietati e la cui affiliazione è punibile con la reclusione.
La polizia controlla i gruppi cristiani nei college
Il regime tiene sotto controllo anche gli account di gruppi con affiliazioni religiose nei college e nelle università. Nel novembre 2018, nella provincia orientale dello Shandong, circa 50 studenti cristiani iscritti a un gruppo del college su WeChat sono stati convocati dalla scuola dopo che la polizia di Internet ha riferito di aver esaminato le loro attività online.
Uno degli studenti ha detto a Bitter Winter: «Non sappiamo come la polizia abbia scoperto il nostro gruppo perché non c’erano post apertamente religiosi e non comunicavamo frequentemente». Ha aggiunto che l’amministratore del gruppo, una ragazza che fa parte di una Chiesa domestica di Sola Fide, è stata successivamente sottoposta a pressioni affinché fornisse informazioni sulla sua chiesa e sugli altri cristiani nella scuola. L’amministrazione del college è arrivata al punto di annullare la sua borsa di studio e di minacciare di espellerla dalla scuola se non avesse rinunciato alla sua fede.
Anche un docente universitario che faceva parte del gruppo è stato sottoposto a una serie di provvedimenti disciplinari, la scuola gli ha revocato il titolo di Eccellente dirigente scolastico e ha respinto la sua domanda di sovvenzione per l’imprenditoria.
Un altro studente, che faceva parte del gruppo, ha commentato: «Prima di questa esperienza avevo sentito parlare della persecuzione religiosa solo dai miei colleghi studenti. Avendola sperimentata personalmente mi sono reso conto di quanto sia grave, è molto peggio di quanto avessi immaginato. Da allora nella mia città numerose chiese sono state chiuse».
Dopo questi fatti gli studenti hanno dovuto frequentare speciali corsi di tre settimane contro la religione.
Successivamente la polizia ha scoperto su WeChat il gruppo di un college nella provincia centrale dell’Henan che era collegato con quello nello Shandong. Tutti i componenti del gruppo sono stati segnalati alla scuola che li ha convocati e sottoposti a pressioni affinché rinunciassero alle loro credenze religiose. Uno degli studenti ha ricordato che la direzione scolastica lo ha fatto accedere al gruppo WeChat sul suo telefono interrogandolo su tutti coloro che ne facevano parte.