Massimo Introvigne
Mentre molti si aspettavano che l’accordo tra il Vaticano e la Cina avrebbe provocato uno scisma della parte conservatrice del cattolicesimo cinese, in realtà i primi segnali di un possibile scisma stanno comparendo nella Associazione patriottica filogovernativa
L’accordo siglato tra Cina e Vaticano il 22 settembre è stato ampiamente criticato dai cattolici conservatori, che lo hanno visto come una vittoria del Partito Comunista Cinese (PCC) e una svendita da parte del Vaticano. Alcuni osservatori ritenevano che, insoddisfatti dell’accordo, i cattolici cinesi più conservatori e ostili verso il PCC non avrebbero accettato di far parte di una Chiesa Cattolica unificata a seguito della fusione tra l’Associazione patriottica filogovernativa e la Chiesa clandestina fedele al Vaticano. L’unione tra queste realtà che per decenni si sono aspramente contrapposte avrebbe provocato uno scisma.
Effettivamente vi sono ora alcuni segnali di un possibile scisma nel cattolicesimo cinese. Ma non vengono dai conservatori. Come riportato da AsiaNews, sta prendendo forma un’associazione di membri dell’Associazione patriottica ostile alla fusione con la Chiesa sotterranea. A Lanzhou, nella provincia del Gansu, il vescovo, mons. Joseph Han Zhihai, è diventato presidente dell’Associazione patriottica locale e ha promesso di convertirla in uno strumento di resistenza contro qualsiasi accordo che implichi il riconoscimento della leadership del Vaticano sulla Chiesa Cattolica cinese. In origine Han Zhihai era un vescovo della Chiesa clandestina che ha successivamente aderito all’Associazione patriottica.
Fonti locali riportano che il 29 e 30 settembre scorsi si è tenuto a Lanzhou l’incontro dei rappresentanti dell’Associazione patriottica, alla presenza di Yan Daming, del Dipartimento del Fronte unito. Questi, dopo le congratulazioni per l’elezione di mons. Han Zhihai, ha tenuto un discorso in cui ha sottolineato ancora una volta che la Chiesa di Lanzhou «deve aderire ai princìpi di indipendenza e autonomia», «amare la patria e (in secondo luogo) amare la Chiesa», «accettare consapevolmente la guida del Partito comunista cinese» e «svolgere attività religiose secondo la legge».
L’Associazione patriottica è comprensibilmente preoccupata del fatto che, in caso di fusione, il lussuoso stile di vita del suo vescovo e la condotta immorale di alcuni dei suoi membri possano essere sottoposti all’esame del Vaticano. L’atteggiamento del Fronte Unito conferma che, all’interno dello stesso PCC, coesistono atteggiamenti diversi rispetto all’accordo con il Vaticano.