• Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
  • HOME
  • EDITORIALI
  • DOCUMENTI
    • EVENTI
  • INTERVISTE
  • NOTIZIE
  • TESTIMONIANZE
  • TEMI
  • FOTO
  • VIDEO
  • APPROFONDIMENTI
  • CHI SIAMO
    • REDAZIONE
  • GLOSSARIO

Bitter Winter

LIBERTÀ RELIGIOSA \n E DIRITTI UMANI \n IN CINA

three friends of winter
Home / Editoriali

«Sopravvivere alla Cina»: voci uigure dallo Xinjiang e da Guantanamo

18/04/2019Ruth Ingram |

Secondo i musulmani britannici, riuniti a Londra in segno di solidarietà, il trattamento che la Cina riserva agli uiguri è «a un passo dall’olocausto»

urviving china

Ruth Ingram

Indice: Testimonianze dal Regno Unito – I campi come strumento di “politica del genocidio” – Gli uiguri a Guantanamo: la storia vera – Un ostacolo alla Belt and Road – Racconti di tortura e persecuzione – Abbandonati dai musulmani all’estero

Testimonianze dal Regno Unito

Un tour di tre città britanniche, organizzato dai gruppi di sostegno musulmani CAGE e 5 Pillars, e intitolato «Surviving China», «Sopravvivere alla Cina», ha toccato Birmingham, Manchester e Londra, chiamando a raccolta i musulmani affinché prendano coscienza del «genocidio, sempre peggiore, che si sta consumando contro i fratelli e le sorelle» della Regione autonoma dello Xinjiang.

Tra gli altri vi hanno preso parte l’ex prigioniero uiguro di Guantanamo Khalil Mahmut e la giornalista in esilio Rukiye Turdush. La squadra ha fatto sentire la propria voce a proposito delle condizioni in cui versa la madrepatria uigura e ha alzato il livello dell’attenzione sulla situazione del suo popolo, che si sta sempre più deteriorando.

La crescita sconvolgente del numero di campi per la trasformazione attraverso l’educazione a partire dal 2016, il grande numero di persone incarcerate, la detenzione di bambini prigionieri negli orfanotrofi e il timore di espianti di organi sono stati sottolineati dall’ex presidente della Canadian Uyghur Society, la Turdush, che non ha avuto contatti con la propria famiglia per due anni. Per via del suo lavoro di supporto in Occidente, e prima ancora per il suo impiego a Radio Free Asia, a Washington, ben 31 dei suoi cugini sono stati arrestati e imprigionati, e uno di loro è morto in uno dei campi, il mese scorso.

Introducendo l’incontro, Azad Ali, Community Relations Officer del CAGE, ha messo in guardia il pubblico ricordando il forte impatto emotivo che l’argomento ha per gli uiguri e sottolineato la natura non semplicemente informativa della riunione, che ha invece voluto essere una vera esortazione all’azione. «Queste sono persone vere, con storie vere da raccontare», ha affermato. L’intento di Ali è stato infatti quello di far crescere l’attenzione sulla causa uigura, poco nota e poco compresa, e per questo il leader ha sperato che il tour nelle tre città potesse far comprendere al pubblico quanto le false accuse di terrorismo siano state strumentalizzate «da certi Paesi dispotici in maniera funzionale all’avanzamento dei propri scopi oppressivi».

La Cina, ha affermato ancora la Turdush, ha cercato di sfruttare il timore del terrorismo diffuso in Occidente per affermare a gran voce che tutti gli uiguri religiosi o critici nei confronti del PCC siano terroristi. «Come potrebbe l’intera popolazione uigura essere composta da terroristi?», ha chiesto. «È ridicolo!».

I campi come strumento di “politica del genocidio”

La Turdush ha del resto tratteggiato la “politica del genocidio” nello Xinjiang, regione che, come molti uiguri, preferisce chiamare Turkestan orientale dal momento che “Xinjiang” è un nome “colonialista” imposto dai cinesi, quando il presidente Mao espresse un’ideologia di questo tipo in alcuni scritti del 1949. Mao dichiarò, infatti, che tutti i territori oltre la Grande Muraglia che un tempo l’impero celeste aveva controllato dovevano essere annessi alla Cina e che dunque le genti non han, le loro culture e le loro religioni dovevano essere assimilate alla Cina. «È la stessa motivazione accampata dal governo attuale», ha affermato la giornalista. «Il genocidio culturale è iniziato dieci anni fa, ma credo che il genocidio attuale sia cominciato negli ultimi due anni». Perché mai, si è domandata poi la Turdush, la Cina ha dapprima negato l’esistenza dei campi per la trasformazione attraverso l’educazione, ma, una volta resasi conto di non poterli negare oltre, ha nascosta e distorto la verità. «Perché l’hanno fatto?».

Gli uiguri a Guantanamo: la storia vera

Khalil Mahmut, ex detenuto a Guantanamo, intervistato da Moazzam Begg, responsabile delle relazioni pubbliche del CAGE
Khalil Mahmut, ex detenuto a Guantanamo, intervistato da Moazzam Begg, responsabile delle relazioni pubbliche del CAGE

La persecuzione cinese degli uiguri ha peraltro conosciuto una tragedia nella tragedia. Ventidue uiguri sono stati internarti dagli Stati Uniti d’America a Guantanamo tra il 2002 e il 2013. La loro situazione è stata argomento di un intenso dibattito sui media statunitensi e alla fine è stata risolta dalla magistratura, che ne ha ordinato il rilascio. Secondo un editoriale pubblicato dal Boston Globe nel 2009, gli uiguri erano fuggiti dallo Xinjiang e stavano tentando di raggiungere la Turchia e l’Europa. A causa della guerra in Afghanistan si erano fermati in alcuni villaggi afghani abitati da genti di origine uigura. Quando la guerra ha reso la situazione troppo pericolosa, si sono spostati in Pakistan. Lì gli abitanti dei villaggi sapevano bene che avrebbero ricevuto 5mila dollari statunitensi per ciascun “terrorista” che avessero consegnato a Washington. È stato così che diversi uiguri sono stati attirati in una moschea dove sono stati arrestati per poi finire a Guantanamo.

I giudici federali americani hanno infine stabilito che nessuno dei 22 uiguri avesse mai preso parte ad attività di combattimento a fianco dei talebani afghani né collaborato con Al Quaeda. Alcuni di loro hanno semplicemente cercato di ricevere addestramento militare nella speranza, o nel sogno, di usarla un giorno contro la Cina. Ma non la maggior parte di loro, che ha solo cercato di sfuggire dalla persecuzione in atto nello Xinjiang. Agli Stati Uniti ci sono voluti però dieci anni per rendersene conto. Fino a pochi anni fa, infatti, il mondo ha preso acriticamente per buona la favola, diffusa dalla Cina, secondo cui la maggior parte degli uiguri sostiene il terrorismo. La Cina ha dato costantemente in pasto agli Stati Uniti e ad alti Paesi fake news sui detenuti, e queste fake news sono state prese sul serio fino a che in Occidente si è finalmente iniziata a conoscere la vera situazione in cui versa lo Xinjiang.

Khalil Mahmut, che alla fine è stato rilasciato accasandosi nelle Bermuda, ha confessato il proprio cinismo davanti alle ragioni accampate dalla Cina nei confronti dei 22 uiguri detenuti a Guantanamo, sottolineando però che oggi la buona fede di Pechino è ancora minore. «Gli conveniva stigmatizzarci come terroristi», ha detto, aggiungendo che, nel corso degli ultimi vent’anni, le accuse di terrorismo sono state la cortina di fumo perfetta dietro cui nascondere la realtà della repressione del suo popolo. Molti dei suoi familiari nello Xinjiang sono stati imprigionati perché praticano l’islam: per esempio se acquistano un terreno per una moschea, se mandano i bambini nelle scuole religiose clandestine, se si lasciano crescere la barba e se indossano abiti di stile islamico. «Non siamo affatto terroristi: vogliamo semplicemente vivere e praticare la nostra religione in pace», ha  concluso.

Un ostacolo alla Belt and Road

Secondo Rukiye Turdush, la presenza sul fianco occidentale della Cina di una maggioranza turcofona di uiguri, kazaki, kirghisi e uzbeki musulmani sunniti interferisce con le mire espansionistiche di Pechino verso l’Asia centrale e l’Europa. «Pechino», ha detto la giornalista «persegue la politica della Belt and Road per far rivivere l’antica Via della Seta». Ora, «se non riesce a controllare il Turkestan orientale, alla Cina sarà impossibile realizzare il proprio sogno imperiale», e «l’idea di perdere questa terra la preoccupa».

Descrivendo il progressivo deteriorarsi della libertà religiosa nello Xinjiang, la Turdush ha affermato che in quella regione la pratica dell’islam è oramai del tutto vietata. «La gente è costretta a condannare l’islam, le moschee sono state demolite o chiuse e quelle che sono ancora in piedi hanno la bandiera cinese che sventola sulla porta». Le celebrazioni per il Capodanno cinese di quest’anno, per esempio, cui di solito gli uiguri non partecipano, sono state a questo proposito significative. Infatti, 24 nuove rivendite di carne di maiale sono state aperte a Hotan, la zona più religiosa della regione, e 144 tonnellate di queste carni sono state distribuite alle famiglie uigure.

«Sono stati bruciati copie del Corano, tappeti da preghiera e libri religiosi», ha continuato. «Nessuno ha il permesso di tenere libri religiosi o di insegnare la religione ai bambini», oltre al fatto che anche la pratica della circoncisione e i riti funebri sono estremamente limitati.

Racconti di tortura e persecuzione

I racconti dei testimoni oculari della tortura che viene perpetrata nei campi sono strazianti, ha detto, facendo riferimento a Mihrigul Tursun, che è stata alla fine rilasciata giacché titolare di un passaporto egiziano, non prima però di aver sopportato tre turni di carcerazione e aver perduto uno dei suoi tre gemelli neonati in circostanze misteriose. La donna è stata infatti torturata con scariche elettriche fino ad avere le convulsioni ed è stata testimone di nove decessi nella cella in cui ha vissuto per tre mesi con altri 68 prigionieri.

Le torture cui sono sottoposti gli uiguri, ha detto Rukiye Turdush non sono solo fisiche, ma anche mentali ed emotive: colpiscono del resto anche chi vive ancora “in libertà” nello Xinjiang, angosciato dalla paura quotidiana di essere arrestato. «Benché la popolazione uigura sia solo l’1,5% di tutti i cinesi, gli uiguri sono il 21% di tutti gli arrestati in Cina», ha detto. «Nessuno si sente al sicuro».

Ha quindi parlato della tragedia che patiscono i figli degli arrestati, i quali non possono più restare con i parenti e quindi vengono disseminati in giro e in orfanotrofi statali strapieni da cui è impossibile andarsene. «Non possono parlare la propria lingua madre e devono assumere un’identità cinese», ha affermato. «Lo scopo è spezzare la discendenza uigura, le radici e i legami con la loro cultura. Chi può sapere cosa porterà loro il futuro e se potranno mai ritornare?».

La vita fuori dai campi è fatta di paura: sorveglianza intensa e intrusione nella maggior parte delle case uigure di un milione e 600mila quadri cinesi di etnia han mandati a vivere con loro per spiarli. «All’orrore», dice la giornalista, si aggiunge «l’impotenza e il disastro psicologico».

Abbandonati dai musulmani all’estero

Aggiungendo il danno alla beffa, lamenta la Turdush, gli uiguri si sentono abbandonati anche dai propri correligionari nel mondo, che li hanno svenduti alla Cina in cambio di benefici economici. «I Paesi musulmani dell’OCI (Organizzazione per la cooperazione islamica) hanno messo al primo posto l’interesse di Stato, rifiutandosi di obiettare al trattamento che la Cina riserva agli uiguri».

«I governi islamici stanno difendendo i crimini perpetrati dalla Cina», ha asserito, e con questo ha sollecitato i musulmani a boicottare il “made in China”.

«Io credo nel potere degli individui», ha detto, sollecitando il pubblico a pensare ai mezzi con cui opporsi alla Cina. «Nessun paese civile aggredisce bambini innocenti, imprigiona persone in questo o le fa sparire. Ma la Cina sì!».

Sia la giornalista sia Mahmut hanno infine descritto il tormento mentale senza sosta che provano gli esuli uiguri strappati dagli amici e dai parenti, dalla propria cultura e dalla propria terra.

«Hanno spazzato via la mia infanzia, i miei ricordi», ha detto la donna. «Queste aggressioni contro ogni singolo uiguro è inimmaginabile e intollerabile». La donna ha poi aggiunto che il fatto di perdere ogni contatto con le persone care sta dando luogo, nella diaspora uigura, a una gran quantità di gravi squilibri mentali e di sintomi correlati ai disordini da stress. «L’impatto che ha su tutti noi è enorme. Non riusciamo a dormire, non riusciamo a pensare lucidamente, non riusciamo a mangiare. Veniamo torturati anche noi».

Musulmani riuniti a Londra per ascoltare i testimoni uiguri durante il tour “Surviving China” svoltosi nel Regno Unito
Musulmani riuniti a Londra per ascoltare i testimoni uiguri durante il tour “Surviving China” svoltosi nel Regno Unito

Sintetizzando in chiusura l’evento, il responsabile delle relazioni pubbliche del CAGE Moazzam Begg ha sollecitato i musulmani a protestare contro i governi musulmani di tutto il mondo che cedono alla Cina per mero guadagno economico. Alcuni di loro hanno persino tradito gli uiguri che abitavano nei loro Paesi, rimandandoli indietro nelle mani di Pechino. Imran Khan, primo ministro del Pakistan, ha per esempio negato pubblicamente di essere a conoscenza dei campi di internamento.

«Possiamo fare molto», ha implorato Begg. «La preghiera, naturalmente, è molto potente. Ma dobbiamo esercitare pressioni su tutti coloro che intrattengano rapporti commerciali con la Cina». Ha allora sollecitato i musulmani a scrivere ai propri parlamentari, a segnalare la questione nelle comunità delle moschee locali e a essere consapevoli delle proprie abitudini d’acquisto. «Il 2,3% dell’export cinese arriva nel Regno Unito. Non comprate questi prodotti!», ha supplicato.

Ha chiesto di sfruttare i social media, di scrivere la propria storia personale, di diventare cittadini-giornalisti. «Siamo in una posizione unica per apprendere che questo sta accadendo e per fare qualcosa al riguardo», ha affermato, richiamandoli seriamente a «stare accanto ai fratelli e alle sorelle uiguri, che si sentono isolati e abbandonati. Devono sapere che non sono soli!».

Foto di Ruth Ingram

Contrassegnato con: Campi di concentramento in Cina, Islam, Musulmani Uiguri

Ruth Ingram

Ruth Ingram, ricercatrice, collabora assiduamente a varie testate, fra cui il sito dell’Institute of War and Peace Reporting (la principale pubblicazione su Asia Centrale e Caucaso), Guardian Weekly e The Diplomat.

Articoli correlati

  • Tashpolat Tiyip riceve il Magtymguly International Prize dalle mani del presidente del Turkmenistan, Gurbanguly Berdimuhamedow (a sinistra)

    La campagna del PCC per epurare gli studiosi uiguri "infedeli"

  • Un insegnante insegna cinese in una scuola elementare nello Xinjiang

    Gli insegnanti han nello Xinjiang: salvate i bambini uiguri!

  • Questa scuola elementare nella contea di Lop nello Xinjiang accoglie i bambini i cui genitori sono stati rinchiusi nei campi per la trasformazione attraverso l’educazione e il cancello è rigorosamente sorvegliato

    I figli degli uiguri internati vengono abbandonati a se stessi

  • Benvenuti nella “libertà”: l'ingresso all'area del campo di Yining, dove i detenuti dovrebbero lavorare in sei fabbriche

    «Rilasciato il 90% degli uiguri»: il PCC mente ancora, Bitter Winter svela la verità

Vedi anche

  • WhiteBlue19
    In tutto il mondo la società civile protesta a favore degli uiguri

    Da domenica gruppi e singoli scenderanno in piazza per (almeno) sei settimane. Vogliono rompere il silenzio sulle persecuzioni perpetrate dal PCC nello Xinjiang

  • Un'insegnante durante una lezione nello Xinjiang
    Insegnare ai ragazzi uiguri nello Xinjiang: il racconto di una docente han

    Molti insegnanti reclutati dalle zone interne del Paese per sostenere l’opera di “sinizzazione” della regione del PCC volevano andarsene non appena arrivati

  • Nello Xinjiang le scuole sono molto simili a carceri. Foto di un visitatore italiano
    Repressione high-tech degli uiguri: cosa possono fare gli Stati democratici

    Nello Xinjiang la repressione si avvale di 6,7 milioni di dispositivi per il riconoscimento facciale, ma la risposta internazionale non è abbastanza forte

  • Più di 2000 detenuti uiguri trasferiti in segreto
    Più di 2.000 detenuti uiguri trasferiti in segreto nell'Henan

    Numerose fonti confermano che i prigionieri sono stati trasferiti in due carceri, separati dagli altri. Molti sono in isolamento e vengono picchiati

  • L’iconica Istanbul offre rifugio a oltre 30mila uiguri. Alcuni sono qui da 30 o 40 anni, ma molti sono arrivati negli ultimi due o tre anni. Ora tutti i contatti con casa sono interrotti
    Famiglie devastate per sempre: una visita ai profughi uiguri in Turchia

    Bitter Winter ha visitato il sobborgo di Zeytinburnu a Istanbul e ha ascoltato tristi storie di vite e di famiglie distrutte dalle persecuzioni del PCC

  • L'immagine di una ragazza uigura nel testo originale di Uyghurs in Hotan
    Il PCC censura i libri scolastici facendo scomparire uiguri e buddhisti

    Le parole «Dio» e «Bibbia» erano già state rimosse da alcuni brani di capolavori letterari nei libri di testo, ora tocca alle minoranze etniche e religiose

Barra laterale primaria

Sostieni Bitter Winter

Per saperne di più

CANALI SOCIALI UFFICALI (IN INGLESE)

Effettua la ricerca delle notizie per regione cliccando sulla mappa

Mappa geografica della Cina

ARCHIVIO

  • Ottobre 2020
  • Settembre 2020
  • Agosto 2020
  • Luglio 2020
  • Giugno 2020
  • Maggio 2020
  • Aprile 2020
  • Marzo 2020
  • Febbraio 2020
  • Gennaio 2020
  • Dicembre 2019
  • Novembre 2019
  • Ottobre 2019
  • Settembre 2019
  • Agosto 2019
  • Luglio 2019
  • Giugno 2019
  • Maggio 2019
  • Aprile 2019
  • Marzo 2019
  • Febbraio 2019
  • Gennaio 2019
  • Dicembre 2018
  • Novembre 2018
  • Ottobre 2018
  • Settembre 2018
  • Agosto 2018
  • Luglio 2018
  • Giugno 2018

Newsletter

Iscriviti alla newsletter

* indicates required
Scegli una lingua

Footer

Notizie in esclusiva
Notizie in esclusiva

Redazione

Direttore

MASSIMO INTROVIGE

Direttore responsabile

MARCO RESPINTI

Indirizzo

CESNUR

Via Confienza 19, 10121 Torino, Italy,
Phone: 39-011-541950

Codice Fiscale 97567500018

Partita IVA 07208700018

Articoli

CANALI SOCIALI UFFICALI (IN INGLESE)

Collegamenti

logo orlir hrwf logo cesnur logo

Copyright © 2022 - INFORMATIVA SULLA PRIVACY

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web per offrirti l'esperienza più pertinente ricordando le sue preferenze e ripetendo le visite. Cliccando su "Accetta", acconsenti all'uso di TUTTI i cookie.
.
Maggiori informazioni Impostazioni
RifiutaAccetta
Cookie

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
Cookie Durata Descrizione
ak_bmsc 2 hours This cookie is used by Akamai to optimize site security by distinguishing between humans and bots
bm_sz 4 hours This cookie is set by the provider Akamai Bot Manager. This cookie is used to manage the interaction with the online bots. It also helps in fraud preventions
cookielawinfo-checkbox-advertisement 1 year Set by the GDPR Cookie Consent plugin, this cookie is used to record the user consent for the cookies in the "Advertisement" category .
cookielawinfo-checkbox-analytics 11 months This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
cookielawinfo-checkbox-functional 11 months The cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
cookielawinfo-checkbox-necessary 11 months This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
cookielawinfo-checkbox-others 11 months This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
cookielawinfo-checkbox-performance 11 months This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
CookieLawInfoConsent 1 year Records the default button state of the corresponding category & the status of CCPA. It works only in coordination with the primary cookie.
viewed_cookie_policy 11 months The cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
_abck 1 year This cookie is used to detect and defend when a client attempt to replay a cookie.This cookie manages the interaction with online bots and takes the appropriate actions.
Functional
Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
Performance
Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
Analytics
Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
Cookie Durata Descrizione
CONSENT 2 years YouTube sets this cookie via embedded youtube-videos and registers anonymous statistical data.
_ga 2 years The _ga cookie, installed by Google Analytics, calculates visitor, session and campaign data and also keeps track of site usage for the site's analytics report. The cookie stores information anonymously and assigns a randomly generated number to recognize unique visitors.
_gat_UA-118991308-8 1 minute A variation of the _gat cookie set by Google Analytics and Google Tag Manager to allow website owners to track visitor behaviour and measure site performance. The pattern element in the name contains the unique identity number of the account or website it relates to.
_gid 1 day Installed by Google Analytics, _gid cookie stores information on how visitors use a website, while also creating an analytics report of the website's performance. Some of the data that are collected include the number of visitors, their source, and the pages they visit anonymously.
Advertisement
Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
Cookie Durata Descrizione
fr 3 months Facebook sets this cookie to show relevant advertisements to users by tracking user behaviour across the web, on sites that have Facebook pixel or Facebook social plugin.
NID 6 months NID cookie, set by Google, is used for advertising purposes; to limit the number of times the user sees an ad, to mute unwanted ads, and to measure the effectiveness of ads.
VISITOR_INFO1_LIVE 5 months 27 days A cookie set by YouTube to measure bandwidth that determines whether the user gets the new or old player interface.
YSC session YSC cookie is set by Youtube and is used to track the views of embedded videos on Youtube pages.
yt-remote-connected-devices never YouTube sets this cookie to store the video preferences of the user using embedded YouTube video.
yt-remote-device-id never YouTube sets this cookie to store the video preferences of the user using embedded YouTube video.
yt.innertube::nextId never This cookie, set by YouTube, registers a unique ID to store data on what videos from YouTube the user has seen.
yt.innertube::requests never This cookie, set by YouTube, registers a unique ID to store data on what videos from YouTube the user has seen.
_fbp 3 months This cookie is set by Facebook to display advertisements when either on Facebook or on a digital platform powered by Facebook advertising, after visiting the website.
Others
Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
ACCETTA E SALVA
Powered by CookieYes Logo